I listini sono stretti nella morsa dei timori per una escalation del conflitto tra Israele e Hamas, con i rendimenti in rialzo sui titoli di Stato (in Usa il decennale oltre il 5%)
Chiusura di seduta e di settimana in deciso ribasso per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che perde l’1,35% a 27.357,00 punti, in attesa della pagella di S&P sul rating dell’Italia. La Borsa peggiore è stata quella di Francoforte, che ha ceduto l’1,6% finale, seguita da Parigi e Amsterdam che hanno perso un punto e mezzo percentuale. In calo dell’1,3% sia Londra sia Madrid.
I listini sono stretti nella morsa dei timori per una escalation del conflitto tra Israele e Hamas, con i rendimenti in rialzo sui titoli di Stato (in Usa il decennale oltre il 5%), ma anche delle incertezze legate alla crescita economica e all’inflazione all’indomani del discorso del numero uno della Fed Powell che ha lasciato intendere come difficilmente la Banca centrale alzerà ancora i tassi d’interesse nella prossima riunione di novembre. Il tutto mentre l’Italia resta osservata speciale in attesa del giudizio dell’agenzia di rating Standard&Poor’s (in arrivo in serata) che sentenzierà la prima valutazione sulla manovra di Bilancio appena presentata: alcuni analisti vedono possibile una riduzione dell’outlook da “stabile” a “negativo”. Dopo S&P sarà la volta di Fitch (il 10 novembre) e di Moody’s (il 17 novembre). Lo spread Btp-Bund ha chiuso in lieve rialzo a 204 punti base.
Il bitcoin guadagna il 4% e vale poco meno di 30.000 dollari, soglia già superato nel corso della giornata, sull’ottimismo relativo all’approvazione del primo Etf spot sul bitcoin da parte dell’autorità di vigilanza dei mercati finanziari statunitensi.
Torna a salire il prezzo del petrolio: il future dicembre sul Wti sale di 1,1% a 89,34 dollari al barile e l’analoga consegna sul Brent a 93,37 dollari (+1,07%). In lieve rialzo anche il gas naturale ad Amsterdam: il future novembre è in progresso dello 0,395% a 50,37 euro al megawattora.
Sul valutario, l’euro è indicato a 1,059 dollari da 1,0574 ieri in chiusura. La moneta unica vale anche 158,73 yen (da 158,50), mentre il rapporto dollaro/yen è a 149,88 (da 149,90).
Tra i settori più in affanno a livello europeo ci sono le materie prime (con il sottoindice stoxx 600 di settore a -3,44%), i viaggi (-2,3%) e le banche (-2,06%), che risentono della crescente avversione al rischio degli investitori legata alle tensioni in Medio Oriente. Limano i ribassi le utility (-0,75%), valide alternative ai bond agli occhi degli investitori per cedole elevate e caratteristiche difensive.
A Piazza Affari in vetta al listino principale si conferma Nexi (2,54%). Sopra la parità anche Amplifon (+0,59%) e Diasorin (+0,44%). Tra i peggiori Saipem (-6,22%), Iveco (-4,65%), Tim (-3,67%) Poste Italiane (-3,51%).
Pesanti le banche con Mps la peggiore (-3,97%). Attorno alla parità le utility (Terna +0,28%, A2a -0,44%, Snam -0,59%, Enel -0,62%, Hera -0,85%).
(foto IMAGOECONOMICA)