
L’utile netto della multinazionale dell’acciaio udinese si è attestato a 243,6 milioni (+11%), con un margine operativo lordo a 423,9 milioni (+18%). Il portafoglio ordini è salito a 6,2 miliardi
Il gruppo Danieli ha chiuso l’esercizio 2022/2023 (al 30 giugno) con ricavi operativi a 4,1 miliardi (+13%), utile netto a 243,6 milioni (+11%) e margine operativo lordo a 423,9 milioni (+18%). Il portafoglio ordini sale a 6,2 miliardi. In particolare, i ricavi per il settore Plant Making risultano migliori rispetto le previsioni d’inizio anno e derivano dal rispetto dei programmi di costruzione contrattualmente concordati con i clienti, con un ebitda in crescita a 253 milioni, pur avendo sofferto nel periodo oneri straordinari per l’incremento dei costi di trasporto e per la sospensione di alcuni progetti in Russia e in Ucraina.
Gli obiettivi del gruppo Danieli per l’anno fiscale 2023/2024 sono: fatturato tra 4-4,3 miliardi; ebitda tra 400-430 milioni; Net cash tra 1,4-1,6 miliardi; portafoglio ordini tra 6-6,5 miliardi. Il cda proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di 0,31 euro per le azioni ordinarie e di 0,3307 per le azioni di risparmio, per un totale di oltre 11,6 milioni.
Danieli (nome completo: Danieli & C.Officine Meccaniche SpA) è una multinazionale italiana con sede a Buttrio (Udine) ed è uno dei leader a livello mondiale nella produzione di impianti siderurgici, con particolare distacco nel settore dei prodotti lunghi, del cui mercato mondiale detiene oltre il 90% di quota. È quotata nell’indice FTSE Italia Mid Cap della Borsa di Milano.
Come riferisce Wikipedia, la Danieli è stata fondata nel 1914 quando i fratelli Mario e Timo Danieli, originari della Valsugana, acquisiscono a Brescia le Acciaierie Angelini, tra le prime aziende italiane ad utilizzare forni elettrici ad arco per produrre l’acciaio. Dopo la prima guerra mondiale i due fratelli si separano e nel 1929 Mario trasferisce a Buttrio la produzione di attrezzature per la lavorazione d’acciaio e macchine ausiliarie per gli impianti di laminazione. Nel secondo dopoguerra la società, guidata dal figlio di Mario, Luigi, e denominata Danieli & C, sceglie di concentrarsi nella produzione di macchine per l’industria siderurgica.
Nella seconda metà degli anni settanta, quando il settore siderurgico entra in crisi a causa di un eccesso di capacità produttiva, Luigi Danieli adotta una strategia diversa: passare gradualmente dalla costruzione di macchine per la siderurgia alla consegna di impianti chiavi in mano. Nel 1976 la società si aggiudica la progettazione e la realizzazione di un’acciaieria da 500.000 tonnellate nel Brandeburgo, nella Germania Est. Nel 1979 la società ha un fatturato di oltre 130 miliardi di lire realizzati per l’80% all’estero e impiega 1600 persone.
Nel 1983 la Danieli, specializzata nella realizzazione di miniacciaierie acquisisce commesse nell’Urss e nel Nord Africa. Nel 1984 è quotata alla Borsa di Milano. Nel 1985 è completato negli Stati Uniti il primo impianto per la produzione e laminazione diretta di acciai di qualità.
A metà degli anni ottanta il settore siderurgico incontra di nuovo difficoltà e l’azienda decide di adottare una diversa strategia per restare competitivi: Cecilia Danieli e Gianpietro Benedetti spingono per una forte ristrutturazione, in linea con una strategia di internazionalizzazione ed ampliamento dei prodotti, mentre diversa è la posizione del resto della famiglia. Alla fine, il 58% delle azioni ordinarie viene ceduto alla SIND (Società Impianti Industriali, detenuta al 50% da Cecilia Danieli e al 50% da Gianpietro Benedetti)
Con il nuovo assetto societario prosegue l’acquisizione di aziende internazionali. Nel 1987 la Danieli acquisisce il gruppo svedese Morgårdshammar, specialista in impianti di laminazione per acciai speciali e successivamente la Wean United (USA), Rotelec (Francia) e Sund (Svezia). Il fatturato dell’azienda è infatti in costante crescita, toccando 1.900 milioni di Lire nel 2000, con 3.200 dipendenti.
Nel giugno 1999 Cecilia Danieli scompare ad Aviano (aveva 56 anni). Dopo la sua prematura scomparsa, Gianpietro Benedetti assume la Presidenza, mantenendo anche il ruolo di CEO. Continua la crescita internazionale dell’azienda che conta cinque centri produttivi (Buttrio, Pittsburgh, Parigi, in Svezia e in Germania): vengono aperte sedi in Cina (a Pechino e Shanghai), costituisce la Danieli Far East in Thailandia e la Danieli Volga in Russia, con il lancio di centri di servizi in Austria e Brasile. Questo porta anche all’ampliamento della gamma di prodotti.
Nel 2009, entra nel consiglio d’amministrazione della società Giacomo Mareschi Danieli, ventinovenne, che lavora nel gruppo dal 2006. In azienda anche Anna, gemella di Giacomo e Camilla Benedetti. In questo anno, il fatturato raggiunge i 3,2 miliardi di Euro, con un utile di 135 milioni, con circa 9.400 dipendenti.
Nel 2018 viene fondata la Danieli Academy, nata per gestire lo sviluppo delle competenze delle risorse umane attraverso la collaborazione con centinaia di università nel mondo.
Nel 2022 è accusata dal governo ucraino oltre che da varie organizzazioni per i diritti umani di essere “sponsor internazionale della guerra”, Danieli collabora con la Russia e quindi con l’esercito della federazione attraverso la sua società Danieli Volga nonostante l’entrata in vigore delle sanzioni dopo l’invasione dell’Ucraina. Danieli ha però annunciato di lasciare il mercato russo in quanto l’evoluzione degli scenari geopolitici rende impossibili le relazioni commerciali e la presenza in quel Paese e ha confermato di aver sempre operato nel rispetto delle sanzioni.
(foto DANIELI)