
La proposta è vietare la vendita di borse di plastica molto leggere (se non necessarie) e fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli Imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040)
La commissione per l’ambiente del Parlamento Ue ha votato (56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni) su una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale.
Il Ppe si è diviso, i deputati di Fdi hanno votato contro e parlano di “deriva ultra-ambientalista”. L’intero Parlamento voterà sul mandato negoziale per le discussioni finali con il Consiglio durante la seconda sessione plenaria di novembre. La proposta di regolamento stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale. Gli obiettivi sul riuso sono stati contestati dall’Italia in difesa del settore del riciclo registrando alti tassi di riutilizzo della plastica.
Migliorano i numeri italiani del riciclo della plastica
Gli eurodeputati vogliono vietare la vendita di borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari.
Oltre agli obiettivi generali di riduzione degli Imballaggi proposti nel regolamento, i deputati vogliono fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli Imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). La parte in plastica dell’imballaggio dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040.
Il vino è la sola bevanda alcolica che non rientra nei vincoli previsti dal regolamento, secondo la posizione votata oggi dalla commissione europarlamentare.
I deputati vogliono fare una distinzione e chiarire i requisiti relativi agli Imballaggi da riutilizzare o «ricaricare». Gli Imballaggi riutilizzabili dovrebbero soddisfare una serie di criteri, compreso un numero minimo di volte in cui possono essere riutilizzati (da definire in una fase successiva). I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore hotel-ristoranti-bar dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore.
Inoltre la commissione europarlamentare propone di vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche ” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per e polifluorurate) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Si tratta di sostanze ampiamente utilizzate per rendere ignifughi o impermeabilizzare gli Imballaggi, in particolare gli imballaggi alimentari in carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti nocivi sulla salute. I paesi Ue dovrebbero garantire che il 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) venga raccolto separatamente entro il 2029.
La posizione del governo italiano ( in linea con quelle dell’industria nazionale) è fortemente critica sulle nuove regole proposte dalla Commissione un anno fa. L’Italia ha un primato indiscusso sul riciclaggio e sulle bioplastiche, messo a rischio dalla scelta generale di premiare il riuso: ha superato il 70% di tasso di riciclo degli imballaggi raggiugendo nove anni prima gli obiettivi Ue.
Nel 2018 l’imballaggio ha generato nella Ue un fatturato di 355 miliardi di euro. Si tratta inoltre di una fonte di rifiuti in costante aumento: il totale è passato da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021, anno in cuiogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio all’anno, una cifra destinata ad aumentare a 209 kg nel 2030 senza misure aggiuntive., secondo i calcoli comunitari.
Imballaggi, a rischio 6 milioni di lavoratori
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza ecologica, Gilberto Pichetto Fratin in una nota ha scritto che «il voto in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economia circolare».
(foto SHUTTERSTOCK)