
In oltre il 60% dei casi i problemi riguardano il numero ridotto di candidati ma anche la carenza di competenze per cui è importante la necessità di una maggiore informazione
A Milano servono 10.420 figure professionali nei pubblici esercizi. Cuoco (25%) e cameriere di sala (24%) sono quelle più richieste nel settore della ristorazione in questo trimestre, fino a dicembre ma sono ambiti anche i banconieri di bar (12%) e gli aiuto cuochi (11%). A lanciare l’allarme è Epam-Fipe Milano, l’associazione dei pubblici esercizi milanesi, secondo cui in oltre il 60% dei casi i problemi riguardano il numero ridotto di candidati ma anche la carenza di competenze per cui è importante la necessità di una maggiore informazione. «Quasi tutte le imprese – ha commentato il presidente Lino Stoppani – hanno incontrato difficoltà di reperimento del personale. Dobbiamo essere capaci di trasmettere con rinnovata passione alle nuove generazioni la bellezza di questo mestiere, in costante cambiamento. Dobbiamo trasformare il ‘lavoro debole’ in ‘forte’ aprendo la strada ad un mercato del lavoro più stimolante e produttivo, ed anche più giusto. In grado cioè di garantire un lavoro pagato il giusto, un lavoro decoroso, un lavoro sicuro».
A Milano lavorano nelle attività di pubblico esercizio quasi 90 mila persone nel 2022, un dato in netto calo rispetto al 2019 per i bar (-13,3%), le mense e il catering (-13,7%) ed in leggero calo (-0,6%) per i ristoranti. Cresce solo il personale per la fornitura di pasti preparati. Oltre l’80% dei dipendenti occupati svolge mansioni manuali-operative e sono più di 7 mila gli apprendisti. Il contratto a tempo indeterminato è la tipologia più diffusa e riguarda, a Milano, il 76% degli occupati nel comparto dei pubblici esercizi.
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