A incidere sull’esito del voto contribuirà l’affluenza e si stima che sia stato depositato un livello record di azioni, mai raggiunto per l’assemblea, sopra il 75% del capitale
Domani mattina, sabato, alle ore 10 in Piazzetta Cuccia, si tiene in presenza l’assemblea di Mediobanca, la prima nella storia dell’istituto dove gli azionisti sono chiamati a scegliere fra tre liste e non più solo fra due per il nuovo consiglio di amministrazione.
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Quella espressa del cda uscente, guidata dal presidente Renato Pagliato e dall’amministratore delegato Alberto Nagel, pare avere, nei conteggi della vigilia che la danno quasi al 36%, i numeri per piazzarsi davanti alla lista di Delfin e ottenere così 12 posti nel board.
Come riferisce Ansa, la lista di 5 nomi presentata della cassaforte degli eredi di Del Vecchio, azionista con una quota pari al 19,8%, e appoggiata dal gruppo Caltagirone che agli ultimi aggiornamenti aveva in mano il 9,8%, può contare su circa il 33% anche grazie alla decisione della cassa di previdenza dei medici, Enpam, di votarla con il proprio 1,2%. Ma nelle simulazioni viene staccata con uno scarto nell’ordine del 3% da quella del cda e vedrebbe in questo caso solo due suoi rappresentanti entrare in consiglio: Sandro Panizza, commissario straordinario di Eurovita ed ex chief risk officer di Generali, e Sabrina Pucci, docente universitaria ex consigliere del Leone.
Per il posto residuo, in un board composto in totale da 15 componenti, è invece sicura la riconferma della candidata di Assogestioni Angela Gamba: ha già dalla sua parte il 2,1% dei fondi che l’hanno riproposta.
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A incidere sull’esito del voto contribuirà l’affluenza e si stima che sia stato depositato un livello record di azioni, mai raggiunto per l’assemblea, sopra il 75% del capitale. Importanti sono poi le astensioni che andrebbero a vantaggio della lista di Delfin. In questo senso si è già espressa Poste per la sua quota inferiore all’1%.
I Benetton invece hanno deciso di appoggiare con il loro 2,2% i candidati espressi dal cda uscente. Lo stesso farà Unipol, azionista col 2%. A schierarsi per la lista del management della banca sono stati per primi i soci storici dell’accordo parasociale, che raccoglie il 10,8% del capitale, guidati da Mediolanum. Tra di loro si è sfilato il patron di Iris Ceramica, Romano Minozzi, schierato con Delfin mentre da Gavio è attesa un’ astensione.
Scende quindi al 10% circa la quota del patto a supporto dei candidati del board uscente, cui si aggiungerà tuttavia un altro 2/3% di supporter come Diego della Valle e un 1/2% dalla raccolta deleghe presso i piccoli risparmiatori retail.
A fare la differenza sono i fondi istituzionali, che rappresentano grosso modo il 20% del capitale: da Norges Bank ai fondi anglosassoni seguono le indicazioni fa favore della lista presentata dall’attuale cda arrivate dai proxy advisor Iss e Glass Lexis.
(foto IMAGOECONOMICA)