
Presente in assemblea il 76,81% del capitale sociale, un’affluenza record registrata dall’istituto di piazzetta Cuccia negli ultimi dieci anni
Via libera dall’assemblea degli azionisti di Mediobanca al bilancio dell’esercizio 2022-2023 chiuso il 30 giugno 2023 e al dividendo. Il bilancio è stato approvato dal 99,93% delle azioni presenti mentre il dividendo dal 99,92%. Presente in assemblea il 76,81% del capitale sociale, un’affluenza record registrata dall’istituto di piazzetta Cuccia negli ultimi dieci anni.
Mediobanca, prima assemblea della storia con tre liste
Molto basso il dato che ha riguardato le astensioni, pari allo 0,99% dell’azionariato presente, mentre la percentuale dei non votanti si è attestata allo 0,02%. Voto contrario è stato invece espresso dallo 0,01% dell’azionariato presente.
Inoltre, come previsto, vince la lista del cda con il 40,4% del capitale. La assemblea è in corso nella sede di Piazzetta Cuccia. La lista del cda uscente ha ottenuto il 52,6% dei voti dell’azionariato presente.In assemblea è presente il 76,81% del capitale sociale.
Il nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca sarà formato da 15 membri, di cui 12 provenienti dalla lista presentata dal cda, due dalla lista Delfin e una dalla lista dei gestori di fondi. In dettaglio sono stati eletti Renato Pagliaro (confermato presidente), Alberto Nagel,che resta a.d., Laura Cioli, Valerie Hortefeux, Francesco Saverio Vinci, Laura Penna, Vittorio Pignatti Morano, Angel Vilà Boix, Virginie Banet, Marco Giorgino, Mana Abedi, Maximo Ibarra. Per la lista Delfin entrano Sandro Panizza e Sabrina Pucci, per la lista dei gestori Angela Gamba.
La battaglia per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca per il triennio 2024-2026, quindi, si chiude senza sorprese. Un esito oltre le attese per il ceo quello della assemblea in cui tra i principali azionisti con rappresentanza superiore al 3% del capitale c’erano oltre Delfin (al 19,74%), il gruppo Caltagirone (al 9,98%), BlackRock (al 4,15%), Mediolanum (al 3,43%).
«Ci aspettavamo un supporto forte – ha commentato Nagel dopo l’assemblea – ma questo è andato al di là delle nostre migliori previsioni, il che vuol dire c’è stato un apprezzamento generale sia per la nostra proposta di governance sia per quella industriale».
Fonti vicine a Delfin dopo il risultato hanno fatto sapere che «con la nomina dei due consiglieri proposti da Delfn e del presidente del collegio sindacale, oggi si apre un nuovo capitolo nella storia della governance di Mediobanca» e che il cda «potrà contare sul pieno sostegno di risorse di alto profilo, per la prima volta indipendenti, e in grado di offrire il proprio contributo al rinnovamento della banca, supportandola nella realizzazione degli obiettivi previsti nel piano strategico».
Dopo l’assemblea l’assicurazione di Nagel è che, “forti” del sostegno ottenuto, «continueremo sulla nostra strada, essendo sempre aperti al dialogo e alle proposte che vengono da tutti gli azionisti e, in particolare, dagli azionisti più importanti». Intervendo davanti agli azionisti l’ad ha detto che “Mediobanca proseguirà nel percorso di crescita iniziato nell’ultimo decennio».
Grazie anche al fatto che la banca dispone di «asset unici nel panorama italiano, brand, cultura e specializzazione come investment bank» e che «abbiamo deciso di fare leva su questi elementi, per la crescita baricentrando sul wealth management». Inoltre la “diversificazione e il progetto di crescita hanno prodotto risultati molto buoni che prevediamo vengano confermati nei prossimi trimestri».
Riguardo ai rapporti con il primo azionista della banca, cioè con Delfin, la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio guidata da Francesco Milleri, l’ad Nagel, rispondendo agli azionisti, ha parlato di rapporti «orientati alla continuità e alla costruttività». Sulla vicenda della lista per il rinnovo del board l’ad ha spiegato che è stata «ricercata attivamente sia con il socio Delfin che con il socio Caltagirone una quadra, un accordo sulla composizione sul consiglio” ma che «all’interno del dialogo costruttivo» si è «registrata una differenza di vedute sull’impianto di governance tra il cda e principalmente Delfin, che è stato il nostro principale interlocutore più che il gruppo Caltagirone».
Per Nagel sulla partita del rinnovo dei vertici di Piazzetta Cuccia, che ha tenuto banco a lungo nella finanza italiana, la sintesi è che «abbiamo messo tutti e tre la massima buona volontà, non c’è stato nessuno che non ha voluto fare questo accordo». E sulla presenza della banca d’affari nel capitale di Generali il banchiere ai soci che lo hanno sollecitato ha risposto che «manterremo la partecipazione in Generali fino a quando non ci saranno alternative migliori o esigenze di capitale».
(articolo in aggiornamento)
(foto ANSA)