Il miliardario sudafricano ha smantellato man mano quella che era l’identità del social, fondato da Jack Dorsey nel 2006, eliminandone il nome, il logo e il sistema di verifica, la moderazione dei contenuti e il gruppo consultivo su fiducia e sicurezza
Un anno fa Elon Musk varcava la soglia del quartier generale di Twitter a San Francisco, in California, da nuovo proprietario della piattaforma social. La sua prima mossa, dopo essere entrato in sede con un lavandino, è stata quella di liberarsi dei vertici. Quasi nulla è rimasto di Twitter, neanche il celebre uccellino azzurro, che è stato venduto all’asta e sostituito dal logo X.
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Come ricorda Askanews, il tycoon ha smantellato man mano quella che era l’identità del social, fondato da Jack Dorsey nel 2006, eliminandone il nome, il logo e il sistema di verifica, la moderazione dei contenuti e il gruppo consultivo su fiducia e sicurezza. Non solo. Anche i segni di spunta blu, che una volta indicavano un account ‘verificato’, a rimarcare l’autenticità dell’identità dietro il profilo, ora indicano semplicemente la volontà di alcuni di pagare 8 dollari al mese (tanto costa l’abbonamento) per un servizio che aumenta la visibilità dei post rispetto agli utenti senza spunta.
Si è scoperto che sono questi account a pagamento a diffondere disinformazione sulla piattaforma, spesso amplificata dai suoi algoritmi. Il risultato, riferiscono gli osservatori, è la fine del ruolo della piattaforma come luogo imperfetto ma utile per informarsi e scoprire cosa succede nel mondo.
Cosa diventerà X e se Musk riuscirà a realizzare la sua ambizione di trasformarlo in una app per tutto (ad esempio introducendo i pagamenti online, alla stregua della app cinesi), rimane poco chiaro, come poco chiaro era l’anno scorso.
“Musk non è riuscito a apportare un singolo miglioramento significativo alla piattaforma e non è più vicino alla sua visione di un’app ‘tutto’ rispetto a un anno fa – osserva l’analista di Insider Intelligence Jasmine Enberg -. Invece, X ha allontanato utenti e inserzionisti e ora ha perso la sua principale proposta di valore nel mondo dei social media: essere un hub centrale per le notizie“.
Non è solo l’identità della piattaforma a poggiare su basi instabili. Twitter era già in difficoltà finanziarie quando Musk lo rilevò per 44 miliardi di dollari nell’accordo del 27 ottobre 2022, e oggi la situazione non è migliore. La società ha perso circa la metà delle sue entrate pubblicitarie e continua a dovere affrontare un grosso debito.
A maggio, il miliardario ha assunto come ceo Linda Yaccarino, ex dirigente della Nbc con profondi legami con l’industria della pubblicità, nel tentativo di attirare risorse fresche. Insider Intelligence stima 1,89 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie per quest’anno, in calo del 54% rispetto al 2022 (quando erano 4,12 miliardi) e al livello del 2015.
Secondo la società di ricerca Sameweb, il traffico web globale su Twitter.com è diminuito del 14% su base annua, mentre quello su ads.twitter.com per gli inserzionisti è calato del 16,5%. Le prestazioni sui dispositivi mobili non sono state migliori, in calo del 17,8% su base annua sulla base degli utenti attivi mensili combinati per iOS e Android .
Twitter, la fonte più accurata del mondo. Parola di Yaccarino
(foto ANSA)