
La raccolta diretta da clientela è pari a 124,5 miliardi, +0,8% rispetto a fine dicembre 2022, e quella indiretta a 100 miliardi, +9,5% rispetto da fine 2022
Banco Bpm ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 943 milioni, quasi raddoppiato (+93,6%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel solo terzo trimestre l’utile è balzato a 319 milioni (dai 136 di un anno prima) a fronte dei 285 milioni previsti da un consensus di mercato.
I proventi operativi dei 9 mesi sono cresciuti del 14,6% a 3,9 miliardi, con margine di interesse a 2,4 miliardi (+52,3%) e commissioni nette a 1,4 miliardi (-2,2%). In salita dell’1,4% a 1,9 miliardi gli oneri operativi, per un rapporto cost/income sceso al 48,4% (dal 54,7% del settembre 2022).
Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 14,9% tenuto conto dei benefici derivanti dall’applicazione del cosiddetto Danish Compromise, che l’istituto è stato autorizzato a utilizzare (l’ok è arrivato il 3 novembre).
Proseguendo nell’analisi del conto economico, le rettifiche nette su finanziamenti verso clientela si sono attestate a 383,6 milioni, in calo del 22,9% rispetto al dato del 30 settembre 2022. Quanto agli aggregati patrimoniali, gli impieghi netti a clientela sono stati pari a 108 miliardi, in calo dell’1,3% rispetto al 31 dicembre 2022 (di cui crediti in bonis -1% e crediti deteriorati -16,3%).
La raccolta diretta da clientela è pari a 124,5 miliardi, +0,8% rispetto a fine dicembre 2022, e quella indiretta a 100 miliardi, +9,5% rispetto da fine 2022, con 60,3 miliardi di risparmio gestito e 39,7 di amministrato.
Le esposizioni nette deteriorate ammontano a 1,97 miliardi, con 700 milioni di sofferenze nette (-6,6% da fine 2022), inadempienze probabili nette a 1,2 miliardi (-21,6%) ed esposizioni scadute nette a 64 milioni. L’incidenza delle esposizioni deteriorate rispetto al totale degli impieghi al lordo delle rettifiche di valore è pari al 3,2%, in calo rispetto al 3,8% di inizio anno e al 3,9% del 30 settembre 2022.
(foto ANSA)