
A quasi una settimana dallo stop ai rialzi dei tassi deciso della Fed, sui mercati tornano a pesare i timori sul conflitto in Medio Oriente, mentre prosegue a ritmo serrato la stagione delle trimestrali
Le Borse europee voltano decisamente pagina dopo le brillanti performance di inizio novembre e registrano un’altra seduta di vendite, come quella di lunedì, dopo i cinque rialzi precedenti: il Ftse Mib di Milano è il peggiore e termina le contrattazioni a -0,69%. Londra chiude le contrattazioni a -0,11%, Parigi termina gli scambi a -0,38%, Madrid a -0,02% mentre Francoforte in controtendenza chiude la seduta a +0,14%.
A quasi una settimana dallo stop ai rialzi dei tassi deciso della Fed, sui mercati tornano a pesare i timori sul conflitto in Medio Oriente, mentre prosegue a ritmo serrato la stagione delle trimestrali. C’è anche attesa per l’intervento che farà il presidente della Fed, Jerome Powell, giovedì prossimo.
Sul valutario, il cambio tra euro e dollaro scende a 1,0689 (1,0742 ieri in chiusura); la moneta unica vale anche 160,836 yen (da 160,96), mentre il rapporto dollaro/yen è a 150,475 (149,8 in chiusura ieri). Sale a 46,79 euro al megawattora (+4,3%) il prezzo del gas sulla piattaforma di Amsterdam.
Il listino delle criptovalute viaggia in calo di oltre un punto (-1,15%). In rosso Bitcoin (-0,65%) mentre Xrp crolla di sette punti percentuali. Dogecoin è a -1,4% ed Etehreum a -1,8%. Bene Solana a +3,7%.
Tra i migliori settori a livello continentale spiccano tecnologia (con il sottoindice Stoxx 600 di settore che segna +1,5%), servizi finanziari (+0,9%) e vendita al dettaglio (+0,75%); tra i peggiori, energia (-2,4%) e materie prime (-2,3%), che vedono prese di profitto generalizzate, dopo i dati sull’export cinese inferiori alle attese. Deboli anche auto (-1,17%) e banche (-0,55%).
Sull’azionario milanese, turbolenze per Cnh Industrial (-7,84%) tra l’addio a Piazza Affari, annunciato stamani e atteso a gennaio, e la diffusione della trimestrale con un taglio delle stime su ricavi e fcf da attività industriali. In vetta scatta Recordati dopo la diffusione della trimestrale, come Poste (+2,04%) che riporta risultati in crescita nei primi nove mesi dell’anno e un rialzo della guidance; sorte opposta per Fineco (-2,53%) dopo i conti.
Realizzi sui petroliferi (Tenaris -2,86%, Eni -2,38%, Saipem -1,88%) con il calo del prezzo del petrolio: il Brent gennaio tratta intorno agli 82,7 dollari al barile (-2,8%) e il Wti di pari scadenza a 78,3 dollari (-2,8%).
(foto IMAGOECONOMICA)