
Secondo una dichiarazione di fallimento, la società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari
La notizia era già trapelata la settimana scorsa ed ora è diventata ufficiale. Il colosso degli uffici condivisi WeWork, da anni in gravi difficoltà finanziarie, ha dichiarato di aver presentato istanza di protezione dal fallimento ai sensi del Capitolo 11 presso la corte federale del New Jersey, nel tentativo di negoziare la riduzione del proprio debito.
La società ha affermato che la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada, ma “si prevede che quelle globali continueranno come al solito“. Secondo una dichiarazione di fallimento, la società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari.
L’operazione rappresenta l’ammissione da parte di SoftBank, il gruppo tecnologico giapponese che possiede circa il 60% di WeWork e ha investito miliardi di dollari nel suo risanamento, che la società non potrà sopravvivere a meno che non rinegozi i suoi costosi contratti di locazione in fallimento. Un portavoce di WeWork ha affermato che circa il 92% dei finanziatori della società ha accettato di convertire il proprio debito garantito in azioni nell’ambito di un accordo di sostegno alla ristrutturazione, cancellando circa 3 miliardi di dollari di debito.
«Sono profondamente grato per il sostegno dei nostri stakeholder finanziari mentre lavoriamo insieme per rafforzare la nostra struttura di capitale e accelerare questo processo attraverso l’accordo di supporto alla ristrutturazione – ha affermato il CEO David Tolley. – Rimaniamo impegnati a investire nei nostri prodotti, servizi e team di dipendenti di livello mondiale per supportare la nostra comunità».
All’inizio di agosto WeWork aveva avvertito l’autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense Sec che temeva per la sua sopravvivenza a causa di perdite finanziarie, fabbisogno di liquidità e calo del numero degli inquilini. Aveva spiegato di aver perso miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023.
Negli ultimi anni WeWork ha subito uno dei crolli aziendali più spettacolari della storia recente degli Stati Uniti. Valutata nel 2019 a 47 miliardi di dollari in un round guidato da SoftBank, la società ha tentato senza riuscirci di quotarsi in borsa cinque anni fa. La pandemia ha causato ulteriori sofferenze poiché molte aziende hanno interrotto bruscamente i loro contratti di locazione e la crisi economica che ne è seguita ha portato ancora più clienti a chiudere i battenti. Alla fine è riuscita a quotarsi in borsa nel 2021 con una valutazione molto ridotta. Il suo principale sostenitore, il conglomerato giapponese SoftBank, ha investito decine di miliardi per sostenere la startup, ma la società ha continuato a perdere denaro.
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