
Ripreso il confronto tra il governo e i metalmeccanici sul futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto. Scontenti i sindacati che annunciano sciopero unitario di 8 ore
L’utile netto di Arcelor Mittal cala a 0,9 miliardi dollari rispetto a 1,9 miliardi nel secondo trimestre del 2023 ma “rimane ben al di sopra delle medie storiche a lungo termine“, come spiega la stessa società in una nota. Si registra anche un calo dell’utile operativo a 1,2 miliardi di dollari (rispetto a 1,9 miliardi del trimestre precedente) e dell’Ebitda a 1,9 miliardi (rispetto a 2,6 miliardi dei tre mesi precedenti).
La società leader mondiale nel settore dell’acciaio integrato spiega che il periodo luglio-settembre “è stato influenzato da un effetto prezzo-costo negativo e da una diminuzione sequenziale del -3,7% delle spedizioni di acciaio a 13,7 milioni di tonnellate (ambito aggiustato del -4,3% in meno rispetto al terzo trimestre del 2022)“.
Nonostante il difficile contesto di mercato il gruppo ha chiuso il trimestre con un debito netto di 4,3 miliardi di dollari, inferiore di 0,2 miliardi di dollari rispetto alla fine del 30 giugno 2023.
Intanto c’è stato oggi a palazzo Chigi l’incontro tra il governo e i sindacati dell’ex Ilva. I rappresentanti del lavoratori chiedono chiarimenti sull’accordo tra Arcelor Mittal, che ha la maggioranza del 62%, e il socio pubblico Invitalia, partner di minoranza col 38%, sul futuro dello stabilimento. I sindacati chiedono chiarezza sull’assetto societario, avendo avuto notizia di un memorandum sottoscritto da ArcelorMittal l’11 settembre scorso. E continuano a sollecitare il passaggio in maggioranza dello Stato.
«Avremmo preferito constatare l’esistenza di soluzioni concrete intraprese dal governo durante l’incontro odierno a Palazzo Chigi, ma dobbiamo e possiamo solo
registrare il rinviare il problema, nello specifico il 23 novembre prossimo, quando si riunirà l’assemblea dei soci ed è per questo che abbiamo deciso di
proclamare, unitariamente alle altre sigle sindacali, 8 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti». Lo affermano al termine dell’incontro il segretario nazionale UGL
Metalmeccanici, Antonio Spera, e il vice segretario nazionale con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli, con Alessandro Dipino, segretario provinciale UGL Taranto.
«Auspicavamo, vista la tempestività della convocazione, che ci fossero fornite risposte sulla reale volontà del governo di risolvere l’annosa vertenza Acciaierie d’Italia, ex Ilva ma – hanno sottolineato i sindacalisti – nulla ci è stato comunicato in merito al cambio di governance, al piano di investimenti e, neanche, sulle indiscrezioni, trapelate attraverso i media, di un possibile accordo tra Mittal e governo in vista di un’iniezione di capitale economico con l’obiettivo, da parte del governo, di trovare, ancora una volta, una partnership con un socio privato. Nell’incontro di oggi, invece, è mancata la concretezza, in un contesto quanto mai
instabile e pericoloso che rischia seriamente di compromettere la salvaguardia della fabbrica, degli impianti e dei posti di lavoro».
L’ultimo incontro tra le parti risale al 20 ottobre scorso quando ci fu una manifestazione a Roma contestualmente allo sciopero in tutti i siti del gruppo. In quella sede i capi di gabinetto dei ministeri interessati promisero un nuovo confronto entro il 7 novembre. Quindi si può dire che il Governo è stato di parola.
FOTO: ANSA/RENATO INGENITO