
Il taglio dell’outlook da parte di Moody’s (a “negativo”) al rating AAA degli Stati Uniti non ha scalfito i mercati finanziari del Vecchio Continente
Le Borse europee chiudono in rialzo la prima seduta della settimana, con Piazza Affari che ritrova slancio ed è la migliore delle piazze continentali. Dopo la precedente ottava sottotono, il Ftse Mib segna un +1,48% trainato dalle banche. Francoforte ha terminato la seduta in rialzo dello 0,73%, Parigi dello 0,60% e, fuori dall’eurozona, Londra è salita dello 0,89 per cento.
Il taglio dell’outlook da parte di Moody’s (a “negativo”) al rating AAA degli Stati Uniti non ha scalfito i mercati finanziari del Vecchio Continente, che adesso guardano ai dati di domani sull’inflazione americana di ottobre, mentre in giornata è arrivata la previsione di Morgan Stanley sulle mosse della Bce.
Secondo la banca d’affari, a giugno 2024 arriverà il primo taglio dei tassi di interesse di 25 punti basi per poi proseguire con una discesa a ritmo sostenuto “fino al 2% nel settmbre 2025.”
In Italia occhi puntati anche sulla “pagella” di Moody’s di venerdì prossimo, dopo che S&P, Dbrs, e in ultimo anche Fitch, hanno mantenuto invariato il rating sul debito sovrano del Paese.
Sul mercato valutario, l’euro resta stabile intorno a quota 1,07 dollari, con il cambio sul dollaro a 1,0695 (1,0694 in apertura e 1,0670 al closing di venerdì). Resta debole la moneta giapponese: l’euro/yen è a 162,11 (161,76 venerdì), ai massimi da quindici anni. Dollaro/yen a 151,55 (151,49), al top da oltre trent’anni. Il prezzo del petrolio sale quasi di un punto percentuale con il Brent gennaio a 82,21 dollari al barile (+0,98%) e il Wti dicembre a 77,88 dollari al barile (+0,93%). Il gas naturale sale a 47,5 euro al megawattora sulla piattaforma di Amsterdam
Sul listino milanese, vola Mps (+8,57%) dopo l’upgrade sul rating operato da Fitch, che ha alzato di due gradini il giudizio sulla banca senese. L’istituto senese guida anche le altre banche, a partire da Bper Banca (7,13%) e Banco Bpm +4,6%). Seduta positiva anche per Saipem (+4,96%) e Tim (+3,21%). In fondo al Ftse Mib le vendite colpiscono soprattutto Cnh Industrial (-0,78%) e Campari (-0,57%).
Tra i bancari, si distinguono anche Unicredit (+3,27%), che ha confermato l’acquisto per quasi 300 milioni del 9% della holding che controlla Alpha Bank, e Mediobanca (+1,39%), che ha dato il via da oggi al programma di acquisto fino a 17 milioni di azioni (il 2% del capitale) per massimi 200 milioni di euro approvato a fine ottobre dall’assemblea.
Per quanto riguarda Mps, le azioni sono ai massimi dell’anno, sopra quota 2,85, dopo che Fitch ha alzato il rating da B+ a BB evidenziando il successo del processo di ristrutturazione, che ha consentito all’istituto senese di ricostituire in modo strutturale solidi buffer di capitale e di rafforzare la redditività operativa. L’upgrade, scrive Fitch, riflette anche l’evidenza sul fatto che Mps abbia riguadagnato la fiducia della clientela.
Guardando gli altri titoli dei big, rialzo per Unipol (+3,05%), che sale ancora dopo i conti trimestrali segnando i massimi da un anno e mezzo. Vivace Tim (+3,21%), con i broker fiduciosi sull’esecuzione della cessione della rete a Kkr. Acquisti anche sui titoli del risparmio gestito (+2,30 Azimut, +2,52% Banca Mediolanum, +2,12% Finecobank e +1,92% Banca Generali).
Bene anche Saipem (+4,96%), le utility (con Eni ed Erg in testa a +1,56%), così come i titoli del comparto auto, a partire da Stellantis (+1,85%).
Le vendite hanno penalizzato, oltre a Cnh e Campari, anche Amplifon (-0,52%), Terna (-0,44%), Snam (-0,34%), Inwit (-0,28%) e Leonardo (-0.27%).
Fuori dal Ftse Mib sottotono Acea (-1,16%), che chiude poco sopra i minimi di giornata, dopo una trimestrale che non ha riservato particolari sorprese mentre le case di investimento guardano già al nuovo piano industriale atteso per l’inizio del 2024.
Da segnalare su Euronext Growth Milan il balzo di Illa, con il titolo che è arrivato a guadagnare il 50% per poi chiudere piatto. Le quotazioni della società produttrice di utensili da cucina in alluminio, fortemente indebitata, sono state sostenute dai passi avanti nelle operazioni di ristrutturazione finanziaria.
(foto SHUTTERSTOCK)