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La Russia revoca restrizioni benzina. Ma l’Opec+ taglia ancora produzione

Giulia Guidi
17 Novembre 2023
La Russia revoca restrizioni benzina. Ma l’Opec+ taglia ancora produzione
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La decisione è dettata da un surplus di offerta con la conseguente diminuzione dei prezzi. Fonte vicina all’Opec: “Non sottovalutate la rabbia per Gaza” Oggi il ministro dell’Energia russo ha […]

La decisione è dettata da un surplus di offerta con la conseguente diminuzione dei prezzi. Fonte vicina all’Opec: “Non sottovalutate la rabbia per Gaza”

Oggi il ministro dell’Energia russo ha dichiarato che il Paese ha revocato le restrizioni sulle esportazioni di benzina dopo aver eliminato la maggior parte delle restrizioni sulle esportazioni di diesel il mese scorso, affermando che c’è un surplus di offerta e che i prezzi all’ingrosso erano diminuiti. Lo riporta Askanews.

Il ministero ha spiegato che potrebbe reimporre i divieti di esportazione, se necessario, aggiungendo che le scorte di benzina sono aumentate a circa 2 milioni di tonnellate. «Negli ultimi due mesi, pur mantenendo elevati i volumi di raffinazione del petrolio, è stata assicurata la saturazione del mercato interno e si è creato un surplus nell’offerta di benzina per motori, anche nel canale di vendita in borsa – ha affermato il ministero, aggiungendo che – abbiamo deciso di porre fine al divieto temporaneo di esportazione di benzina per motori».

La Russia – il principale esportatore mondiale di gasolio via mare – lo scorso 21 settembre ha introdotto un divieto sulle esportazioni di carburante per far fronte agli alti prezzi interni e alle carenze. Solo quattro Paesi ex sovietici – Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan – erano esentati dal divieto. Il governo ha allentato le restrizioni il 6 ottobre, consentendo l’esportazione di gasolio tramite oleodotti, ma ha mantenuto in vigore le misure sulle esportazioni di benzina.

All’epoca restava vietata anche la fornitura all’estero di diesel e di altri carburanti tramite camion e ferrovia. L’abolizione del divieto potrebbe complicare gli sforzi della Russia volti a ridurre le esportazioni di petrolio e prodotti petroliferi di 300.000 barili al giorno fino alla fine dell’anno, rispetto al livello medio osservato a maggio e giugno.

La Russia, tuttavia, ha confermato che continuerà l’ulteriore taglio volontario delle forniture fino alla fine di dicembre, come precedentemente annunciato in coordinamento con il gruppo di esportatori dell’OPEC+.

Opec: petrolio in calo per speculazioni finanziarie

Il diesel è il più grande prodotto petrolifero esportato dalla Russia, con circa 35 milioni di tonnellate lo scorso anno. Quasi tre quarti di esso sono stati trasportati tramite oleodotti. Mosca nel 2022 ha esportato anche 4,8 milioni di tonnellate di benzina.

Alcune fonti del settore avevano detto a Reuters che il governo era pronto ad eliminare le restanti restrizioni a metà novembre. I funzionari avevano detto che il divieto sarebbe stato revocato una volta che il mercato interno si fosse stabilizzato. Gli analisti si aspettavano che le restrizioni sarebbero state abolite una volta completato il raccolto del grano. 

Invece, l’Arabia saudita potrebbe prorogare il suo taglio di un milione di barili al giorno di produzione di greccio, per sostenere il prezzo del petrolio sceso questa settimana a 77 dollari, mentre il cartello Opec+ si prepara a effettuare tagli di produzione in un contesto geopolitico caratterizzato dalla volatilità. Lo segnala oggi il Financial Times.

La misura è stata introdotta in estate e dovrebbe essere revocata a fine anno. Ma, secondo quattro fonti governative ascoltate dal FT, potrebbe essere mantenuta da Riyad fino alla prossima primavera. Al momento l’Arabia saudita produce 9 milioni di barili al giorno rispetto a un massimo di circa 12 milioni di barili.

Guerra in M.O., Banca Mondiale: “Rischio aumento prezzi petrolio”

La riunione Opec+ si terrà a Vienna il 26 novembre. I componenti del cartello – principalmente paesi arabi – sono preoccupati dalla discesa del prezzo del barile ma sono anche indignati per l’operazione israeliana a Gaza con la crisi umanitaria che ne è conseguita. Questo avrà una sua influenza sulle decisioni che verranno prese.

«Non dovete sottovalutare il livello di rabbia che c’è e la pressione che i leader nel Golfo sentotno dalle loro popolazioni affinché rispondano in qualche maniera». Ha detto una fonte vicina ad alti ufficiali Opec. In particolare – secondo lui – si potrebbe voler «inviare un sottile messaggio che dovrebbe essere ben compreso sia per strada sia a Washington».

(foto SHUTTERSTOCK)

  • petrolio
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