
Nei prossimi 10 anni 1/3 dei dipendenti pubblici andrà in pensione
Il futuro dei giovani appare sempre più complesso ed incerto. Se, infatti, il ricambio generazionale insufficiente sta già facendo sentire il suo peso con pensioni che al Sud sono più numerose rispetto ai lavoratori, le previsioni sulle prospettive di assegno pensionistico (già potenzialmente basso) di chi oggi ha 30 anni, rischiano di essere disastrose. Infatti il simulatore dell’Inps, aggiornato alle norme previste per quest’anno, rende noto che per chi ha appena compito 30 anni la pensione di vecchiaia arriverà dopo aver compiuto i 70. Sempre che si sia riusciti ad aver maturato un assegno almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale
Con la nuova legge di Bilancio l’importo minimo per lasciare il lavoro in anticipo (a 66 anni e 11 mesi) dovrebbe salire a 3,3 volte l’assegno sociale.
La stessa INPS, a proposito di pensione, presto, si troverà a dover fronteggiare un importante cambio generazionale. Infatti nei prossimi 10 anni un terzo dei dipendenti pubblici andrà in pensione. La conferma era arrivata nelle scorse settimane dall’Osservatorio Inps sui lavoratori pubblici. «Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2022, la classe di età modale è quella tra i 55 e i 59 anni con 694.911 lavoratori (18,8% sul totale). Il 77,9% della collettività ha età maggiore o uguale a 40 anni. Si può stimare che nell’arco di dieci anni (al massimo) oltre un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione».
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