Una buona notizia per chi inizia un percorso di studi ma pessima per le aziende che, attualmente, non trovano personale
Da tempo la mancanza di figure professionali altamente specializzate è un problema non indifferente per il mondo del lavoro. Problema che, in alcuni settori sfiora l’emergenza. Un esempio arriva dal mondo informatico e TLC che, stando al report Almalaurea 2022 si trova in cima alla classifica delle migliori lauree triennali per trovare lavoro e che permette di entrare in un settore in cui il tasso di occupazione al 95,6%.
Dunque grande richiesta di lauree nei settori che hanno a che fare con l’informatica, richiesta che rimarrà alta anche nei prossimi 5 anni.
A confermarlo sono le più recenti previsioni realizzate dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, secondo le quali nel periodo compreso tra il 2023 e il 2027 le aziende italiane avranno un fabbisogno occupazionale complessivo pari a circa 3.800.000 unità. Pari ad una media di 760.000 nuove assunzioni ogni anno. Saranno per la maggior parte professionisti da impiegare nei rami della Cyber Security, dell’Intelligenza Artificiale e e del Data Science e Big Data. Un bacino in cui si dovranno trovare sviluppatori, ICT Security Manager, Business Intelligence Analyst, Network Engineer, Cloud Specialist, Cyber Security Architect.
Ma se da un lato questa potrebbe essere una buona notizia per chi inizia un percorso di studi, non lo è per le aziende che si trovano ad avere a che fare con forti difficoltà di reclutamento. Questo perché attualmente il numero di professionisti presenti sul mercato è molto basso rispetto alle esigenze delle aziende. Secondo quanto elaborato dal Sistema Informativo Excelsior si parla di un tasso di difficoltà di reperimento pari al 55,3% delle assunzioni programmate.
Da qui la necessità di rivolgersi a società specializzate di head hunting, che rappresentano «un doppio vantaggio» per le imprese. Secondo Carola Adami, CEO e Founder della società di ricerca e selezione del personale Adami & Associati, «il primo vantaggio è quello di avere la garanzia di un processo di recruiting gestito in modo altamente professionale, dalla creazione dell’annuncio di lavoro fino alla selezione dei talenti, senza nessun spreco di tempo da parte dell’azienda».
Il secondo grande vantaggio del rivolgersi a dei cacciatori di teste è poi quello di «ampliare in modo consistente la platea di potenziali candidati, sapendo che gli head hunter non si limitano a considerare i candidati attivi. Grazie al network di contatti costruito nel tempo, infatti i cacciatori di teste specializzati nella ricerca di talenti IT possono estendere la ricerca anche ai candidati passivi, ovvero a quei professionisti che presentano l’esperienza e le competenze ricercate, che non sono all’attiva ricerca di un lavoro ma che potrebbero prendere in considerazione una proposta ben formulata» spiega Adami.
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