Calo della popolazione e invecchiamento significano aumento della spesa pubblica
Denatalità, problema che attanaglia l’Italia da decenni, significa anche calo dei contribuenti e conseguente aggravio della spesa pubblica, in particolare sanitaria, in aumento per ciascun lavoratore. Le previsioni parlano di un aumento dagli attuali 5.886 euro a 11.151 euro al 2050. Il problema, emerso durante il Forum Meridiano Sanità Prevenzione e innovazione per l’evoluzione sostenibile del sistema sanitario e la crescita economica dell’Italia realizzato da The European House – Ambrosetti e patrocinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, sottolinea come il sistema italiano si trovi sempre più spesso in affanno. Questo perchè, oltre alla riduzione dei cittadini in età attiva, crescono parallelamente anche i bisogni di salute e assistenza di una popolazione che tende ad invecchiare ed è tra le più longeve al mondo. Gli scenari previsionali parlano di una spesa sanitaria pubblica che dovrebbe raggiungere i 211,3 miliardi di euro, a prezzi correnti, nel 2050 andando quindi a pesare per il 9% del PIL invece dell’attuale 6,7%.
Senza contare, poi, le carenze denunciate, tra tutte quelle riguardanti il capitale umano che si va ad abbattere, di conseguenza, anche sulle liste d’attesa. Un problema, quello della difficoltà di accesso alle prestazioni, che è peggiorato con il triennio 2020-2022 in seguito al blocco causato dal Covid che ha fatto perdere oltre 16,1 milioni di prime visite e 22,8 milioni di visite di controllo rispetto al 2019.
Secondo quanto dichiarato da Valerio De Molli, Managing Partner e CEO, The European House – Ambrosetti «Nel quadro attuale la spesa sanitaria pubblica in capo a ciascun lavoratore italiano al 2050 quasi raddoppierà, da 5.886 a 11.151 euro. Per questo, per garantire la tenuta del sistema sanitario e, più in generale di welfare, serve una strategia e una visione unitaria di demografia, economia e salute. Inoltre, rendere sostenibile la spesa sanitaria pubblica significa definire politiche per la natalità per allineare il tasso di natalità italiano alle media dei primi 5 Paesi europei (11,1 nati per 1.000 abitanti vs. 6,7 in Italia) e promuovere la partecipazione al mercato del lavoro (oggi al 62% rispetto all’82% medio dei primi 5 Paesi europei) anche attraverso l’attrazione di capitale umano qualificato dall’estero continuando nel processo di adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita in costante aumento. Sullo sfondo rimane la necessità di avviare un dibattito serio e costruttivo sul finanziamento della nostra sanità che dovrebbe basarsi su una concreta integrazione tra pubblico e privato e sull’ottimizzazione dei 3 pilastri del nostro SSN».
FOTO: Imagoeconomica