
Il calo generale dell’eurozona è stato in buona parte causato dalle due maggiori economie: Germania e Francia
Continua a calare l’attività economica dell’Eurozona. A novembre l’Indice HCOB PMI Flash della produzione composita si è posizionato su 47,1 indicando il sesto mese consecutivo di contrazione dell’attività economica del settore privato dell’eurozona. Anche se elevato, il tasso di declino è rallentato rispetto ad ottobre, mese in cui l’indice principale ha toccato quasi i minimi in tre anni con 46,5 punti. Lindice PMI servizi segna 48.2 da 48.1 atteso e 47.8 precedente, mentre quello manifatturiero segna 43,8 punti dai 43,1 precedenti. Tutti gli indici sono ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sopra).
Il calo generale dell’Eurozona è stato in buona parte causato dalle due maggiori economie: Francia e Germania dove l’indice Pmi manifatturiero sale a 42,3 punti dai 40,8 di ottobre, al picco da 6 mesi. L’indice Pmi dei servizi sale a 48,7 da 48,2 punti. L’indice composito, sintesi dei due indici, sale a 47,1 da 45,0 di ottobre, al picco da quattro mesi.
«L’economia dell’eurozona risulta bloccata. Nel corso degli ultimi quattro o cinque mesi il settore del manifatturiero e quello dei servizi hanno infatti riportato un tasso di contrazione relativamente costante – ha spiegato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank. – Alla luce dei dati PMI flash di novembre, le nostre previsioni a brevissimo termine mostrano le potenzialità di un secondo trimestre consecutivo di contrazione del PIL. Ciò si dovrebbe allineare con il parametro comunemente accettato di una recessione tecnica. Questo scenario di certo non piace alla BCE. Le due maggiori economie dell’eurozona sono preda di una debolezza considerevole, con i dati di novembre che favoriscono leggermente la Germania. A seguito dell’incremento dell’indice composito tedesco, emergono segnali di miglioramento, in contrasto al persistente indebolimento della Francia. Detto ciò, rimangono evidenti le difficoltà che sta avendo la Germania nel gestire gli investimenti pubblici, dopo il giudizio di ottemperanza della Corte costituzionale sul freno al debito, che potrebbe potenzialmente relegare la Germania negli ultimi posti della classifica nel 2024».
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