I dissidi interni all’Organizzazione hanno creato pressione sulle quotazioni del petrolio
L’OPEC+, l’organizzazione dei produttori di petrolio allargata ad altri membri tra i quali la Russia, dopo aver deciso di rinviare dal 26 al 30 novembre, ha annunciato che la stessa riunione si svolgerà online. Una decisione che nasce anche dalle difficoltà sempre più ampie di trovare un accordo sulla disputa circa le quote di produzione per i membri africani.
I dissidi interni all’Organizzazione hanno creato pressione sulle quotazioni del petrolio che hanno accusato un calo che hanno portato il Brent sulla soglia degli 80 dollari al barile. Un panorama che si presenta ancora più complesso se si pensa che un accordo potrebbe non essere raggiunto proprio mentre l’Iran sta tornando prepotentemente sul mercato e gli Stati Uniti stanno registrando livelli di produzione record.
Al centro del contendere ci sarebbe l’intenzione dell’Arabia Saudita per un’estensione del taglio unilaterale di 1 milione di barili al giorno per sostenere i prezzi. Ma altre nazioni non sono d’accordo, in particolare quelle africane. Un problema che si era già presentato quando l’Angola, il Congo e la Nigeria accettarono contro voglia dei tagli sui target di produzione per il 2024.
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