
Documento della Bce: l’intelligenza artificiale minaccia i salari, non i posti di lavoro
«Le previsioni indicano che i tassi di inflazione diminuiranno nei prossimi due anni. Questo è incoraggiante. Tuttavia, l’inflazione è rimasta troppo elevata per troppo tempo. È quindi troppo presto per dichiarare vittoria sull’inflazione. La politica monetaria deve mantenere la rotta. Noi del Consiglio direttivo consideriamo attualmente i tassi a livelli che daranno un contributo sostanziale al ritorno tempestivo dell’inflazione al target. Ma è necessario che questi livelli siano mantenuti per un periodo sufficientemente lungo». Le parole arrivano da Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e quindi membro del consiglio direttivo della Bce, che, ad un evento presso la Central Bank of Cyprus, ha confermato quanto detto ieri dalla Lagarde al Parlamento europeo.
Oltre che dei tassi, il banchiere centrale ha ricordato anche il processo di riduzione del bilancio in atto. «Negli ultimi dodici mesi il volume del nostro bilancio è diminuito di 1.700 miliardi di euro, ovvero un quinto – ha detto. – Finora il calo è stato determinato principalmente dalla scadenza della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III). Inoltre, abbiamo gradualmente eliminato il reinvestimento degli asset in scadenza nell’ambito del Programma di acquisto di asset. Ora, lo stock di asset dell’APP si sta riducendo di circa 25 miliardi di euro ogni mese. Tuttavia mi sembra chiaro che il grande bilancio dovrà ridursi ulteriormente in modo significativo».
Ora per capire bene come si muoverà la Bce bisogna guardare al concreto e quindi aspettare perchè la prossima riunione di politica monetaria ci sarà il 14 dicembre a Francoforte, a ridosso di Natale.
Secondo uno studio pubblicato oggi dalla Banca centrale europea la rapida adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe ridurre i salari, ma finora sta creando, e non distruggendo, posti di lavoro, soprattutto per i giovani e quelli altamente qualificati. In un campione di 16 paesi europei, la quota occupazionale dei settori esposti all’intelligenza artificiale è aumentata, con i lavori di bassa e media qualificazione in gran parte inalterati e le posizioni altamente qualificate che hanno ottenuto il maggiore impulso.
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