
Meloni non cancellerà l’articolo 33 ma sarà mitigato da una doppia deroga per chi raggiunge i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno e per i soli medici che dal 2024 vanno in pensione di vecchiaia
Netta la bocciatura della manovra da parte di Cgil e Uil che insieme alla Cisl si sono riuniti a Palazzo Chigi oggi per un confronto con il Governo. «Confermiamo tutte le ragioni dello sciopero perché al di là dell’ascolto, al momento il governo non ha cambiato nulla della manovra. E sull’articolo 33, che riguarda le pensioni dei medici si è limitato a dire che stanno ragionando. Continua a essere una manovra sbagliata». Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ai giornalisti fuori da Palazzo Chigi al termine della riunione.
Valutazione simili da parte del leader della Uil Pierpaolo Bombardieri: «il governo ha confermato l’impostazione della manovra. L’articolo 33, quello su aliquote e rendimenti pensionistici, viene confermato: solo su questo stanno valutando eventuali modifiche. Si conferma ancora una volta l’insensibilità alle tante richieste che vengono dalle piazze».
«Pensiamo si debba costruire una pensione contributiva di garanzia per le donne, abbiamo chiesto che vengano eliminate le restrizioni per ape sociale e incentivate le adesioni alla previdenza complementare. Il tema è di andare oltre la traiettoria della manovra, ho chiesto di affrontare con il dialogo sociale un’agenda 2024 con al centro la crescita, lo sviluppo, il rilancio degli investimenti, la stabilità del lavoro e sostenere le riforme. Dobbiamo ragionare su un nnuovo e moderno patto sociale», ha riferito ai giornalisti invece il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.
Governo e sindacati si sono confrontati sulla legge di bilancio e, in particolare, sulle misure che riguardano le pensioni. Presenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri Antonio Tajani, Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida, Marina Calderone, Raffaele Fitto. All’altra parte del tavolo i leader di Cgil, Cisl e Uil Landini, Sbarra e Bombardieri e i rappresentanti di altre sigle minori.
La premier Meloni ha detto chiaramente ai sindacati che non cancellerà l’articolo 33. E dunque il taglio alle pensioni per 732 mila lavoratori pubblici in vent’anni resta. Ma sarà mitigato da una doppia deroga. Per chi raggiunge i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno. E per i soli medici che dal 2024 vanno in pensione di vecchiaia. «Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti. Questo per tutti, non solo per il comparto sanità – ha riferito. – Per il comparto sanità si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia. Faremo del nostro meglio per risolvere e correggere».
La legge di bilancio dovrà essere approvata entro il 31 dicembre e già dal 5 dicembre dovrebbe iniziare l’esame del Decreto Anticipi, a essa collegato.
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