
Il rischio di povertà o esclusione sociale colpisce nel 2022 il 28,8% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4% del totale della popolazione
Il rischio di povertà o esclusione sociale colpisce nel 2022 il 28,8% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4% del totale della popolazione. E’ quanto emerge da alcuni dati resi noti dall’Istat sulle condizioni di vita dei minori.
Al Sud si registra l’incidenza massima, 46,6%, al Nord quella minima, 18,3%. Se si considera l’insieme dei minori di 16 anni che nel 2022 risulta a rischio di povertà o esclusione sociale, il 53,7%, quasi un milione e 257 mila bambini e ragazzi, è di nazionalità italiana e vive nel Mezzogiorno, il 17,4% (più di 408 mila minori di 16 anni) è italiano e vive nel Nord; in questa ripartizione vive anche l’11,7% dei minori con cittadinanza straniera (più di 273 mila minori di 16 anni).
In base invece all’ultimo report dell’Unicef l’Italia si trova al 34° posto su 39 Paesi nella classifica della povertà monetaria dei bambini nei Paesi ricchi, si colloca al 33° posto per quanto riguarda la povertà minorile in termini di reddito più recente e al 25° posto circa la variazione della povertà minorile tra il 2012-14 e il 2019-21.
Non solo. A livello globale più di un bambino su cinque vive in povertà in 40 dei Paesi più ricchi del mondo. Francia, Islanda, Norvegia, Regno Unito e Svizzera hanno registrato forti aumenti della povertà minorile tra il 2014 e il 2021, mentre Lettonia, Lituania, Polonia e Slovenia hanno ottenuto le maggiori riduzioni.
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