
La bozza di accordo presentata dal presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber, non parla più di uscita (phaseout) da carbone, petrolio e gas come in una precedente versione, ma solo di riduzione (phasedown)
Come previsto, si concentra sul nodo dei combustibili fossili lo scontro alla Cop28. La bozza di accordo presentata dal presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber (nella foto), non parla più di uscita (phaseout) da carbone, petrolio e gas come in una precedente versione, ma solo di riduzione (phasedown).
Il testo esorta le Parti all’azione su sette punti:
– riduzione graduale del carbone unabated e limitazioni nei permessi di nuova produzione di energia elettrica da carbone unabated (lavorato in impianti che non dispongono di sistemi di cattura-stoccaggio o cattura-utilizzo di anidride carbonica)
– accelerare gli sforzi a livello globale verso sistemi energetici a emissioni nette zero, utilizzando combustibili a zero e a basso contenuto di carbonio molto prima o intorno alla metà del secolo;
– accelerare nelle tecnologie a zero e basse emissioni di gas serra, incluse, tra le altre, le energie rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione, comprese la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio, e la produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio, in modo da potenziare gli sforzi verso la sostituzione dei combustibili fossili unabated nei sistemi energetici;
– ridurre sia il consumo sia la produzione di combustibili fossili, in modo giusto, ordinato ed equo così da raggiungere lo zero netto entro, prima o intorno al 2050, in linea con la scienza;
– accelerare e sostanzialmente ridurre le emissioni diverse dalla Co2, comprese, in particolare, quelle di metano a livello globale entro il 2030;
– accelerare la riduzione delle emissioni prodotte dal trasporto su strada con una serie di percorsi, incluso lo sviluppo delle infrastrutture e la rapida diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni;
– eliminare il prima possibile i sussidi alle fonti fossili inefficienti che favoriscono lo spreco e non affrontano la povertà energetica o le giuste transizioni.
In questo “clima”, il ministro dell’energia e dell’ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin ha indicato, al termine di una riunione di coordinamento dei responsabili clima europei, che “si può e si deve fare di più. Stiamo lavorando con i partner europei per migliorare la proposta della presidenza emiratina. Serve uno sforzo ulteriore per un testo più ambizioso”.
Per la francese Agnes Pannier-Runacher il testo “è insufficiente, insufficiente. Ci sono elementi che non sono accettabili così come sono”.
Per il commissario europeo al clima Wopke Hoesktra, “gli scienziati hanno le idee molto chiare su ciò che è necessario e, in cima alla lista, c’è l’uscita dai combustibili fossili“, termine scomparso dal testo proposto dal presidente della conferenza Sultan Al Jaber, presidente anche della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Hoeckstra aggiunge che “la grande maggioranza dei paesi vuole di più sull’uscita dai combustibili fossili e sull’eliminazione del carbone”, citando l’alleanza di fatto degli europei su questo tema con molti stati insulari o dell’America Latina.
Il presidente degli Emirati della 28esima conferenza delle Nazioni Unite sul clima ha proposto una soluzione di mediazione per la riduzione dei combustibili fossili nel mondo: nel testo viene indicato l’obiettivo di “ridurre sia il consumo che la produzione di combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo, in modo da raggiungere lo zero netto (neutralità carbonica, ndr) entro, prima o intorno al 2050, come raccomandato dalla scienza”.
Non si fa riferimento all’obiettivo di “uscita” dai combustibili fossili e viene inclusa una serie di auspici riferendosi alle nascenti tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, come chiesto dal settore petrolifero. Sul carbone, si indica “una rapida riduzione senza cattura del carbonio”, ma si indicano anche “limiti alle autorizzazioni concesse per le nuove centrali elettriche a carbone” senza cattura della Co2, il che costituisce di fatto un passo indietro rispetto alla Cop di Glasgow di due anni fa, quando non venne prevista alcuna approvazione per nuove centrali elettriche.
Per certo, l’Onu ha confermato che il Brasile ospiterà la Conferenza sul Clima delle Nazioni unite prevista per il 2025, Cop 30, nella città di Belem do Parà. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva aveva formalizzato la candidatura a gennaio.
n un video pubblicato all’epoca evidenziava che uno dei temi più ricorrenti era sempre stato la tutela della foresta amazzonica e per questo riteneva importante ospitare in Amazzonia la conferenza.
(foto ANSA)