
L’inflazione in Turchia è risalita al 62%
Diventa più restrittiva la politica monetaria in Turchia. La Banca centrale ha deciso di aumentare il tasso di riferimento di 250 punti base dal 40% al 42,5%.
L’obiettivo è sempre lo stesso: tenere sotto controllo l’inflazione, ancora troppo alta, e combattere la debolezza della lira. L’inflazione nel paese ha raggiunto un enorme 62% a novembre rimanendo comunque in linea con le prospettive della banca presentate nell’ultimo rapporto. «Valutando che la stretta monetaria è significativamente vicina al livello necessario per definire il percorso di disinflazionistico, il Comitato prevede di completare il ciclo di inasprimento il prima possibile. La stretta monetaria sarà mantenuta per tutto il tempo necessario a garantire la stabilità dei prezzi», si legge nella nota.
La banca ha sottolineato che il Comitato continuerà a determinare le decisioni politiche in modo da creare le condizioni monetarie e finanziarie necessarie per garantire un calo della tendenza di fondo dell’inflazione e raggiungere l’obiettivo di inflazione del 5% nel medio termine.
D’altronde nella riunione di ottobre l’istituto centrale aveva avvisato che sarebbero stati necessari altri rialzi dei tassi e così è stato. La svolta restrittiva è iniziata a giugno, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha nominato l’ex banchiere di Wall Street Hafize Gaye Erkan nuovo governatore della banca centrale.
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