
Agcom ha diffuso i dati sulla comunicazione italiana nei primi 9 mesi dell’anno. Gli italiani in rete sono quasi 44 milioni
Agcom ha scattato la fotografia ai media italiani e all’utilizzo che ne fanno i cittadini. Ne emerge un Paese sempre più di “navigatori” e sempre meno legato alle tradizioni comunicative del secolo scorso.
Partendo con la rete fissa, a fine settembre gli accessi complessivi mostrano una flessione di 91 mila unità su base trimestrale, attestandosi intorno ai 20,08 milioni di linee. Le linee in rame si sono ridotte di circa 168 mila unità su base trimestrale e di 857 mila rispetto al settembre 2022. Le dinamiche illustrate indicano un consistente aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata: le linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito dal 37,4% del settembre 2019 al 71,8% dello scorso settembre.
Parallelamente, continua la crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico giornaliero nei primi nove mesi dell’anno ha segnato una crescita del13,3% su base annua, segnando, allo stesso tempo, un +118% rispetto al corrispondente valore del 2019. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono raddoppiati nel periodo 2019 – 2023, passando da 4,13 a 8,21 GB per linea in media al giorno.
Per quanto riguarda il quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine settembre 2023, Tim si conferma il maggiore operatore con il 38,4% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,5% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,2% ed il 13,8%.
Nella rete mobile, a fine settembre 2023, le sim attive (Human e M2M) sono 108,5 milioni su una popolazione di 59 milioni, in crescita di circa 1,4 milioni di unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M sono aumentate di circa 1,05 milioni di unità, mentre l’incremento di quelle Human (cioè ”solo voce”, ”voce+dati” e ”solo dati” che prevedono iterazione umana) è stato pari a 348 mila sim. Lo indica l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nell’Osservatorio sulle Comunicazioni relativo ai primi nove mesi dell’anno. Le linee Human sono rappresentate per l’86,6% dall’utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, l’89,8% dei casi ricade nella categoria ”prepagata”.
Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 27,9%, seguita da Vodafone con il 27,2%, Wind Tre con il 23,7% e Iliad che raggiunge il 9,7%. Considerando il solo segmento delle sim ”human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,7%, seguita da Tim con il 24,2%, Vodafone con il 21,9% e Iliad che, con una crescita di 1,4 punti percentuali su base annua, raggiunge il 13,3%.
Sono valutabili in circa 57,2 milioni le sim ”human” che hanno prodotto traffico dati nel corso dei primi nove mesi del 2023, valore superiore di circa 340 mila unità rispetto al corrispondente periodo del 2022. Il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto, da inizio anno, del 22,3% su base annua e del 256% rispetto al 2019. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero nel periodo gennaio-settembre è stimabile in circa 0,77 GB, in crescita del 22,4% rispetto al 2022 e di oltre il 240% nei confronti del corrispondente periodo del 2019, quando risultava stimabile in 0,22 GB.
E su internet? Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di settembre 2023 circa 43,9 milioni di utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di oltre 64 ore. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, Meta/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti da quelli di alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, GEDI Gruppo editoriale).
Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con quasi 39 milioni di utenti unici raggiunti nel settembre 2023, si evidenzia una crescita su base annua sia dei visitatori (+142 mila) che del tempo da loro dedicato alla navigazione (22,5 ore nel mese, circa 2 ore in più rispetto e settembre 2022).
Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo Meta: Facebook sostanzialmente stabile a 36,7 milioni di utenti rispetto a settembre 2022 ed Instagram che ottiene 32,7 milioni di visitatori registrando una crescita su tutto il periodo analizzato. Altrettanto significativa l’evoluzione di Tik Tok (Gruppo Bytedance) e di X (precedentemente denominato Twitter) che hanno registrato, nel confronto con settembre 2022, un incremento dei propri visitatori, rispettivamente, del 25,5% e 15%.
Calano, invece, gli ascolti medi giornalieri della tv nei primi nove mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Agcom evidenzia “una flessione del 2,8% nell”intero giorno (da 8,31 a 8,07 milioni di spettatori); un simile andamento (-2,5%) si registra anche per la fascia oraria del ‘prime time’ (da 19,12 a 18,64 milioni di spettatori)”. I dati dell’Autorità peggiorano se si amplia l’arco temporale confrontando i primi nove mesi del 2019 con quelli del 2023: nella fascia ‘prime time’ e nel ‘giorno medio’ si sono persi rispettivamente di 2,31 milioni di unità (-11,0%) e 0,94 milioni (-10,4%).
Con riferimento ai principali gruppi televisivi, nella fascia ‘intero giorno’, Mediaset ha superato la Rai e guida la classifica con 3,03 milioni di spettatori (37,5% di share), mentre per la concessionaria pubblica si registrano in media 3,01 milioni di ascolti (37,2% di share); seguono Discovery (680 mila), Comcast/Sky (610 mila) e Cairo Communication/La7 (con circa 310 mila telespettatori).
Rispetto ai corrispondenti dati del 2022, si osserva un calo maggiormente intenso per la Rai (150 mila spettatori giornalieri in meno) rispetto a Mediaset (-40 mila spettatori); Cairo Communication/La7 mostra una flessione di 60 mila ascolti giornalieri. Per Discovery e Comcast/Sky non si osservano variazioni di rilievo”, evidenzia l’Agcom che però rileva una tendenza parzialmente difforme si registra nella fascia ‘prime time’ dove invece, nei primi nove mesi dell’anno in corso la Rai si conferma quale principale editore televisivo con ascolti medi giornalieri pari a 7,13 milioni (38,2% share), contro i 7,00 di Mediaset (37,6% share). La flessione degli spettatori, rispetto al corrispondente periodo del 2022, risulta pari a 400 mila per Rai e a 180 mila per Mediaset, valori che assottigliano da 340 a 120 mila unità la distanza negli ascolti tra i due gruppi.
Infine, prosegue il progressivo arretrare della carta stampata. Nei primi nove mesi del 2023, in media, giornalmente, sono state vendute 1,43 milioni di copie di quotidiani, in flessione su base annua dell’8,8% e del 32,8% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Dati che confermano “l’andamento negativo già evidenziato negli scorsi aggiornamenti”.
Suddividendo la distribuzione tra giornali nazionali e locali, con riferimento all’intero periodo analizzato (settembre 2019-settembre 2023), le vendite dei quotidiani nazionali si sono ridotte in misura lievemente superiore a quanto osservabile per quelli a diffusione locale (-33,4% vs -32,0%). Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,22 milioni da inizio anno) su base annua si sono ridotte del 10% (risultavano pari a 1,36 milioni nel 2022) e del 37,2% rispetto al corrispondente valore del 2019 (1,94 milioni). I quotidiani venduti in formato digitale non hanno registrato variazioni di particolare rilievo su base annua (nei primi nove mesi del 2023 oscillano intorno a una media di 210 mila copie giornaliere) e risultano in crescita (+13,9%) rispetto al corrispondente valore (180 mila unità giornaliere) del 2019.
La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa) rappresentano il 60,1% delle copie complessivamente vendute da inizio anno, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea scende al 33,6%. In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L’Avvenire e Il Messaggero), nei primi nove mesi del 2023 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all’11,8% rispetto ai corrispondenti volumi del 2022 (tale flessione si amplia al 38,8% con riferimento al corrispondente periodo del 2019) ma, allo stesso tempo, hanno registrato una contenuta crescita nella vendita giornaliera di copie in formato digitale (+4,6%).
L’analisi per operatore vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, GEDI quale principale gruppo editoriale (19,6%, comprensive di 11 testate tra cui La Repubblica e La Stampa), seguito da Cairo/RCS (18,4% che include Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), da Caltagirone Editore (Il Messaggero e altre quattro testate) e Monrif Group (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,0% e l’8,0%. Con riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale) delle principali testate, nei primi nove mesi dell’anno il “Corriere della Sera” risulta la principale con il 12,4%, seguono “La Repubblica” (7,2%), “La Gazzetta dello Sport” (5,7%) e “La Stampa” (5,2%).
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