
2007-2022: anni estremamente difficili per l’economia
Calo del valore aggiunto reale dell’attività manifatturiera dell’8,4% tra il 2007 ed il 2022. Il dato arriva dall’Ufficio studi della Cgia con uno studio che evidenzia anche il paragone con le altre realtà europee coe Francia, Germania. Per Parigi si è registrato un calo del 4,4%, per Berlino addirittura del 16,4%.
Una conferma anche di un’altra conclusione a cui è giunto lo studio e cioè che gli ultimi 15 anni, ovvero quelli presi in esame, sono stati anche i più difficili per l’economia occidentale stretta fra la grande recessione del 2008-2009, la crisi dei debiti sovrani del 2012-2013, la pandemia del 2020-2021 e lo scombussolamento dei vari settori economici arrivato con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Secondo la Cgia è deducibile che «le crisi 2008-2009 e 2012-2013 abbiano sicuramente ridotto e fiaccato la platea delle imprese manifatturiere presenti in Italia, ma abbiano rafforzato la tenuta e le performance di quelle rimaste sul mercato che, rispetto alle concorrenti straniere, hanno superato con maggiore slancio gli effetti negativi provocati dalla crisi pandemica del 2020-2021. Il successo registrato soprattutto in questi ultimi due anni dai nostri prodotti made in Italy in tutti i principali mercati mondiali è, di fatto, la conferma della tesi appena esposta».
Tra i settori più colpiti il carbon coke e la raffinazione del petrolio (-38,3%) mentre al secondo posto risultano il legno e la carta (-25,1%), la chimica (-23,5%), le apparecchiature elettriche (-23,2%). Periodo positivo, invece, per i prodotti farmaceutici (+34,4%) e gli alimentari e bevande (+18,2%) mentre, considerando i valori assoluti, in 15 anni il settore che ha vinto su tutti è stato quello estrattivo con un +125%. Guardando, invece, le macro aree della nazione si scopre che sempre nei 15 anni presi in esame il Mezzogiorno è crollato del 27%, il valore del Centro è sceso del 14,2% e nel Nord-Ovest dell’8,4%.
FOTO: Imagoeconomica