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Agrifoodtech, boom in Italia con più di 340 startup

Maria Vincenza D'Egidio
18 Gennaio 2024
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Investimenti per 167 milioni di euro. Il Nord calamita il maggior numero di attività, un terzo è in Lombardia E’ boom in Italia di startup attive nel settore agrifoodtech, sono […]

Investimenti per 167 milioni di euro. Il Nord calamita il maggior numero di attività, un terzo è in Lombardia

E’ boom in Italia di startup attive nel settore agrifoodtech, sono circa 340, si tratta di un mercato che nel 2023 ha ricevuto investimenti per 167 milioni di euro, in crescita del 9,8% rispetto ai 152 milioni dell’anno precedente. E’ l’istantanea che scatta il primo report italiano sullo stato del foodtech di Eatable Adventures, il report mette in luce la crescita delle start up e una forte partecipazione femminile.

Con oltre 740.000 aziende agricole, 330.000 imprese di ristorazione, 70.000 industrie alimentari e 4 milioni di lavoratori, il mercato agroalimentare italiano è il terzo più grande dell’Unione europea e nel 2023 ha generato più di 65 miliardi di euro, pari al 3,8% dell’economia totale italiana. Non sorprende dunque che emergano dall’orizzonte tante nuove realtà imprenditoriali che mirano a rinnovare un settore così strategico per il nostro Paese. L’indagine non solo rivela la distribuzione geografica e morfologica delle startup, ma offre anche un quadro aggiornato sugli investimenti nel settore nel 2023.

L’identikit delle startup italiane Foodtech vede il Nord dominatore incontrastato: circa un terzo, il 30,5% ha sede in Lombardia, seguita a ruota da Emilia-Romagna conl’11,1% e poi da Piemonte, Veneto e Lazio, da cui ne provengono a parimerito circa il 10%. Inoltre, il 50% delle startup totali è nato tra il 2022 (25,3%) e il 2023 (22,8%): un fenomeno partito nel 2018ma solo con il 2021 ha registrato una vera e propria impennata, portando il numero in doppia cifra, il 19,1%, fino a toccare l’apice nel 2022. Un aumento, non solo dovuto al crescente interesse nel ricorrere all’innovazione per fornire risposte alle consistenti sfide della filiera agroalimentare e ai cambi nelle tendenze di consumo, ma anche alla nascita di iniziative di supporto dell’ecosistema e di nuovi strumenti di investimento per le realtà emergenti.

Se si guarda alla loro composizione, il rapporto inquadra team agili e quota rosa: da uno a cinque dipendenti per circa il 69% del campione, fino a un massimo di 6-10 per il 13%delle startup esaminate. Società con un’età media di 35,6 anni, agili, ancora da plasmare e sviluppare nel tempo, non senza la presenza fondamentale dei talenti femminili, ben il 32% delle startup è stata fondata da una o più founder donne, una variabile molto positiva se si considera che la media nazionale delle imprenditrici si attesta solo a circa il 10% del totale. Questa osservazione non solo evidenzia la presenza di donne in ruoli chiave all’interno del settore delle tecnologie alimentari, ma suggerisce anche che l’industria ha un fascino particolare e impegna attivamente le quote rosa.

Eatable Adventures ha individuato quattro categorie in cui operano le startup del foodtech: agritech, le tecnologie applicate all’agricoltura, produzione e trasformazione alimentare, retail e distribuzione, ovvero la robotica applicata e restaurant tech&delivery, le piattaforme di prenotazione e gestione. Quasi la metà delle startup, ben il 43% attive nella produzione e trasformazione alimentare, si concentra sulla realizzazione di nuovi prodotti con ingredienti innovativi, mentre tra quelle attive nell’Agritech il 33% ha sviluppato nuovi sistemi di coltivazione o sistemi di automazione delle colture (31.5%). Altro dato interessante è che il 66% del campione sviluppa internamente le proprie tecnologie, senza avvalersi di collaborazione con terze parti. E’ l’intelligenza artificiale la tecnologia più impiegata, predominante rispetto alle altre, utilizzata dal 42,86% delle startup prese in esame da Eatable Adventures seguono a ruota il machine learning.

«L’Italia si sta impegnando sempre di più per dare risposte innovative alle pressioni del cambiamento climatico, della crisi energetica e dell’approvvigionamento delle materie prime. L’obiettivo è migliorare la competitività globale del Belpaese e mantenere il suo primato come eccellenza enogastronomica a livello mondiale – dichiara José Luis Cabañero, Ceo e founder di Eatable Adventures – Sono sempre più numerose le iniziative che coinvolgono aziende alimentari, startup, università e centri tecnologici, sostenuti da investitori di rilievo. L’Italia mira a preservare e rafforzare la sua competitività ed è pronta ad abbracciare con determinazione l’innovazione per plasmare un futuro alimentare sostenibile, efficiente e dinamico».

FOTO: SHUTTERSTOCK

Tutte le informazioni e le curiosità sul settore Agrifoof e la sua esponenziale crescita qui

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