Recuperati i livelli pre-Covid. Le Nazioni Unite prevedono che nel 2024 gli arrivi di turisti internazionali saranno il 2% in più del 2019
Recupero record per il turismo nel mondo dopo il traumatico stop della pandemia: entro fine anno, infatti, si sarà recuperato quasi il 90% del volume di traffico viaggiatori del 2019.?
Il turismo globale è destinato a riprendersi completamente dalla pandemia nel 2024 poiché gli arrivi di turisti internazionali saranno probabilmente del 2% più numerosi rispetto al 2019, ad affermarlo è l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite. L’aumento della connettività aerea globale e una forte ripresa dei mercati asiatici consentiranno quest’anno una piena riapertura delle attività turistiche in tutto il mondo, anche se l’instabilità geopolitica in Medio Oriente e altrove costituisce un rischio per il settore in quanto influisce sulla fiducia dei potenziali viaggiatori.
Nella mappatura per macroregioni a guidare la ripresa sono il Medio Oriente, con arrivi del 20% superiori ai livelli pre pandemia e ad oggi, al netto della guerra in atto in Israele, che influenzerà gli ultimi mesi dell’anno, è l’unica regione a superare i livelli pre-Covid. Le misure di facilitazione dei visti, lo sviluppo di nuove destinazioni, come ad esempio l’Arabia Saudita, gli investimenti in nuovi progetti legati al turismo e l’organizzazione di grandi eventi, hanno contribuito a sostenere questa notevole performance. C’è poi L’Europa, la più grande destinazione del mondo, che ha accolto 55 milioni di turisti internazionali nel periodo in esame, pari al 56% del totale globale: il 94% dei livelli pre pandemia. Il rimbalzo è dovuto alla robusta domanda intraregionale e alla forte domanda proveniente dagli Stati Uniti.
Intensa anche la voglia d’Africa, che ha recuperato il 92% dei visitatori pre pandemia e nel quadro mondiale delle macro regioni, gli arrivi nelle Americhe hanno raggiunto l’88% dei numeri del 2019, poiché la regione ha beneficiato della forte domanda statunitense, in particolare verso le destinazioni dei Caraibi. Mentre Asia-Pacifico ha dovuto accontentarsi del 62% dei livelli precedenti allo stop per Covid a causa della più lenta riapertura ai viaggi internazionali. Tuttavia, i risultati tra le sottoregioni di questa area sono contrastanti, perché se l’Asia meridionale ha recuperato il 95% , l’Asia nordorientale è rimasta solo al 50%.
A favorire il repentino ritorno ai livelli del 2019 è stata l’importante domanda di viaggi in uscita da diversi grandi mercati di origine, molti dei quali hanno superato i livelli pre pandemia: in particolare Germania e Stati uniti, hanno speso rispettivamente il 13% e l’11% in più, mentre l’Italia ha speso il 16% in più fino ad agosto, per subire poi un brusco rallentamento già in settembre.
L’Onu prevede che, a far risalire ancora il mercato del turismo internazionale, un ruolo decisivo lo svolgerà la Cina, con un flusso turistico alle stelle nel 2024, dopo che il governo ha consentito l’esenzione dal visto per i cittadini di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Malesia fino al 30 novembre 2024. La capacità di volo da e verso la Cina è destinata quindi ad aumentare in modo netto quest’anno. Così come le entrate del turismo internazionale, che potrebbero raggiungere 1,4 miliardi di dollari nel 2023, vale a dire circa il 93% degli 1,5 miliardi di dollari che erano stati guadagnati dalle destinazioni nel 2019.
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