
Abbigliamento, cosmetici e giocattoli i settori più colpiti
Anche a causa della sua caratteristica principale del Made in Italy, il Belpaese sono proprio i prodotti italiani ad essere colpiti dalla contraffazione. In particolare con 1,7 miliardi di euro di mancate vendite e 19mila posti di lavoro persi ogni anno. Guardando all’Europa, poi, i prodotti contraffatti costano 16 miliardi e quasi 200mila posti di lavoro all’anno, in particolare alle industrie dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli
Nello specifico per il settore abbigliamento la perdita è di 12 miliardi di euro di entrate annue (pari al 5,2 % delle vendite) mentre per cosmetici e giocattoli si arriva rispettivamente a a 3 miliardi (il 4,8 % delle vendite) e 1 miliardo di euro (l’8,7 % delle vendite).
A certificarlo è lo studio uno studio, pubblicato dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che esamina l’impatto economico della contraffazione sui settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli, i settori maggiormente colpiti in nazioni come Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria con un calo delle vendite di prodotti autentici di quasi 8 miliardi di euro. Il tutto senza contare i gravi rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori che rappresentano il 15 % degli articoli contraffatti sequestrati alle frontiere esterne dell’UE, in base a una valutazione delle minacce dei reati contro la PI effettuata dall’EUIPO nel 2022.
Mentre l’industria dell’abbigliamento e delle calzature, il settore più ampio analizzato dallo studio in termini di vendite, registra una perdita del 5 % circa in Europa, dei tre settori esaminati, quello dei cosmetici è stato quello meno penalizzato dai prodotti contraffatti: la relazione dell’EUIPO ha rilevato perdite per i produttori di cosmetici autentici di poco inferiori al 5 % rispetto alle vendite totali nell’UE. In questo caso, però, è al Francia a dover denunciare la perdita più ampia francese è quella più colpita in termini assoluti, con 800 milioni di EUR di mancate vendite annuali. La relazione ha registrato le perdite più elevate in Bulgaria (8,7 %), Cipro (7,9 %), Romania (7,9 %), Portogallo (7,7 %) e Ungheria (7,6 %).
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