
La BoJ taglia le previsioni sull’inflazione core al 2,4% per l’anno fiscale 2024 che inizia da aprile, rispetto al 2,8% stimato in ottobre
La BoJ mantiene anche questa volta la sua politica ultra-espansiva e taglia le previsioni di crescita dell’inflazione per il 2024. In particolare ha deciso all’unanimità di mantenere i tassi di interesse al -0,1%, e si è attenuta alla sua politica di controllo della curva dei rendimenti che mantiene il limite superiore per il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 10 anni all?1% come riferimento, secondo una dichiarazione politica rilasciata oggi dopo un incontro di due giorni. La banca centrale mantiene i tassi di interesse negativi dal 2016.
Nelle sue prospettive trimestrali sull’economia giapponese i membri del consiglio hanno abbassato le loro previsioni di crescita mediana per i prezzi al consumo core – che definisce come inflazione che esclude i prezzi alimentari – al 2,4% per l’anno fiscale 2024 a partire da aprile, rispetto al 2,8% stimato in ottobre. La banca centrale ha inoltre aumentato marginalmente la stima dell’inflazione core CPI per l’anno fiscale 2025 all’1,8% dall’1,7% previsto in precedenza. La BOJ è rimasta fedele alle sue precedenti previsioni mediane per la cosiddetta “core core inflation” – inflazione meno i prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia. L’IPC core del Giappone è rallentato al 2,3% a dicembre, allentando la pressione sulla BOJ affinché normalizzi la sua politica, anche se questo dato è rimasto al di sopra dell’obiettivo del 2% per 21 mesi consecutivi. «È probabile che l’inflazione al consumo aumenti gradualmente verso l’obiettivo della BOJ man mano che l’output gap diventa positivo e le aspettative di inflazione a medio e lungo termine e la crescita dei salari aumentano – si legge in un rapporto. – La probabilità che questa prospettiva si realizzi ha continuato ad aumentare gradualmente, anche se permangono elevate incertezze sugli sviluppi futuri».
Il Giappone ha visto l’inflazione superare l’obiettivo della BOJ per oltre un anno. Ma Ueda ha sottolineato la necessità di rinviare l’aumento dei tassi fino a quando non ci saranno maggiori prove che l’inflazione rimarrà durevolmente intorno al 2%, accompagnata da una solida crescita salariale.
L’incontro della BOJ precede quello della Banca Centrale Europea di giovedì e quello della Federal Reserve americana della prossima settimana che hanno inasprito la politica monetaria lo scorso anno e stanno ora contemplando la possibilità di tagliare i tassi di interesse.
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