
6,5 milioni dipendenti in attesa di rinnovo del contratto
A fine anno sono 29 i contratti collettivi in attesa di rinnovo che coinvolgono 6,5 milioni di dipendenti. E’ quanto riporta l’Istat. Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è aumentato dai 20,5 mesi di gennaio 2023 ai 32,2 mesi di dicembre 2023.
Complessivamente, nel corso del 2023 sono stati recepiti 13 contratti: sei nell’industria e sette nei servizi privati che hanno coinvolto circa 1,4 milioni di lavoratori dipendenti.
Nella media del 2023 l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto del 3,1% rispetto all’anno precedente. «Scandaloso che le retribuzioni crescano nel 2023 solo del 3,1%, quando l’inflazione media annua dello scorso anno è stata pari, secondo l’indice Ipca, al 5,9%, ossia quasi il doppio, +5,7% al netto dell’energia. E’ un diritto del lavoratore avere una busta paga dignitosa, un diritto previsto dall’art. 36 della Costituzione che però è da anni sistematicamente violato. Questa situazione vergognosa va a braccetto con il dato del tempo medio di attesa di rinnovo che segna un balzo inaccettabile dai 20,5 mesi di gennaio 2023 ai 32,2 mesi di dicembre 2023. Per questo da anni chiediamo che in caso di mancato rinnovo dei contratti si ripristini la scala mobile all’inflazione programmata, almeno per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
A dicembre l’indice in questione registra un aumento del 5,1% rispetto a novembre e del 7,9% rispetto a dicembre 2022. In particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto il 4,5% per i dipendenti dell’industria, il 2,4% per quelli dei servizi privati e il 22,2% per la pubblica amministrazione.
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