
Amadeus leggerà sul palco dell’Ariston un comunicato domani. Riscatto Agricolo: “o sul palco o blocchiamo Sanremo”
La protesta dei trattori continua, raggiunge Sanremo nella terza serata del Festival. Alla fine l’accordo si è trovato: nella serata di venerdì 9, domani, Amadeus, conduttore e direttore artistico del 74esimo Festival della Canzone italiana di Sanremo, leggerà un comunicato degli agricoltori che stanno protestando in tutta Italia, e all’estero, contro le politiche di settore dell’Unione europea. I manifestanti del comparto agricolo allestiscono presidi e organizzano cortei di trattori ormai da più di una settimana. Non saliranno sul palco del Teatro Ariston, quindi, i rappresentanti di Riscatto agricolo, giunti nella città ligure per invadere l’evento televisivo italiano più importante dell’anno e portare sul palco le proprie istanze.
La prossima settimana si ipotizza un mega evento al Circo Massimo, ma intanto l’attenzione è puntata sulla manifestazione di domani a piazza San Giovanni a Roma. Arriva anche l’ultimatum di Riscatto Agricolo, una delle sigle del movimento che fa capo alla protesta degli agricoltori minaccia l’ingresso con i mezzi nella capitale, dove è prevista la manifestazione per domani venerdì 9 febbraio. “Entreremo a Roma se Lollobrigida non ci riceve“.
“Se non avremo risposte i nostri trattori usciranno dal presidio e andranno liberi per Roma“. Lo dice Andrea Papa, uno dei leader di Riscatto agricolo, parlando di un ultimatum al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “Vogliamo un incontro con il ministro ma finora nessuno ci ha contattato”, aggiunge Papa
Proseguono i blocchi in tutta Italia, chiusi due svincoli dell’Autostrada tra Palermo e Mazara del Vallo.
Tornando a Sanremo, i trattori continuano la loro marcia in centro, frutto della proposta del direttore artistico del Festival Amadeus, il quale ha proposto di accogliere una delegazione di agricoltori sul palco dell’Ariston in diverse occasione anche nei giorni scorsi. Ora chiarito con la lettura del comunicato stampa con le ragioni della protesta. Quindi a Sanremo sì ma non sul palco dell’Ariston.
Non è la prima volta che la protesta dei lavoratori irrompe al Festival della canzone italiana. Molti ricordano l’edizione del 1984, saldamente condotta da Pippo Baudo, un migliaio di operai dello stabilimento di Genova-Cornigliano dell’Italsider, a rischio chiusura, manifestarono davanti al teatro in occasione della serata inaugurale del Festival. Alcuni di loro furono invitati a salire sul palco dal presentatore perché potessero leggere in diretta televisiva le loro rivendicazioni. Ma è il nome di Pino Pagano ad essersi aggiudicato un posto d’eccezione nella storia di Sanremo, diremo con uno slogan caro alla Rai in prima fila: si tratta dell’operaio disoccupato che nel 1995, a 47 anni, minacciò di lanciarsi in diretta su Rai1 dalla balconata del popolare teatro sanremese. Toccò sempre a Baudo arrampicarsi in galleria, rassicurarlo e farlo desistere.
Ma anche nel 2000 con Fabio Fazio davanti all’Ariston sfilarono i Cobas con la mucca Ercolina, simbolo della protesta legata alle quote latte e nel 2014 sempre Fazio fu interrotto da due disoccupati arrivati dalla Terra dei Fuochi. Il 2019 i gilet gialli, movimento di protesta che si era propagato a tutta la Francia, è arrivato a Sanremo, in rivolta contro l’aumento dei prezzi del carburante. Una mini invasione pacifica, che restò però fuori dal teatro. Lo stesso Amadeus nel 2021 ancora in clima di restrizioni per il Covid, si è trovato a fronteggiare una cinquantina di rappresentanti delle partite Iva che con maschere di Anonymous lanciavano slogan sul diritto al lavoro.
FOTO: IMAGOECONOMICA
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