
L’Ue vede la ripresa dell’Italia con disinflazione e aumento dei salari. Gentiloni: “l’incertezza resta eccezionalmente elevata”. Si riduce l’inflazione
A Bruxelles si sceglie la linea della prudenza in uno scenario dai contorni incerti. C’è un mix di fattori, tutti diversi e tutti potenzialmente nocivi, che pesano sull’UE e la sua area dell’euro. Tensioni in Medio oriente, con le sue ramificazioni nel mar Rosso, e poi la Cina che frena e incide sulla domanda e quindi sull’export a dodici stelle. E così le Previsioni economiche d’inverno della Commissione europea, illustrate oggi a Bruxelles, rivedono al ribasso la crescita sia nell’Ue che nell’area euro allo 0,5% nel 2023, dallo 0,6% previsto nelle Previsioni d’autunno, e allo 0,9% (dall’1,3%) nell’Ue e allo 0,8% (da 1,2%) nella zona euro nel 2024. Nel 2025 si prevede che l’attività economica crescerà dell’1,7% nell’Ue e dell’1,5% nella zona euro.
La Commissione europea ha limato le previsioni di crescita del Pil dell’Italia nel 2024 atteso ora allo 0,7%, rispetto allo 0,9% indicato nelle stime di novembre. Confermata l’attesa di un Pil in crescita dell’1,2% nel 2025. In Italia “la produzione economica continuerà a crescere lentamente nel 2024, con il potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell’aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente“, si legge nelle previsioni dove si sottolinea che gli investimenti sono destinati a riprendersi, guidati da progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr che compensano il freno derivante dalla minore spesa per la costruzione di alloggi. L’attesa per gli investimenti è che “accelereranno nel 2025, man mano che l’attuazione dei progetti sostenuti dal Pnrr procede, stimolando sia la spesa per le infrastrutture che l’acquisto di beni materiali e immateriali delle imprese, che si prevede trarranno vantaggio anche dal miglioramento delle condizioni finanziarie. Questa impennata della spesa in conto capitale è destinata a tradursi in una crescita più forte delle importazioni, al di sopra delle prospettive leggermente in miglioramento per le esportazioni“.
«L’economia europea si è lasciata alle spalle un anno estremamente impegnativo, in cui una confluenza di fattori ha messo a dura prova la nostra resilienza – ha detto Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. – La ripresa prevista nel 2024 sarà più modesta di quanto previsto tre mesi fa, poi riprenderà gradualmente ritmo. Un dato positivo arriva da un forte mercato del lavoro. Si prevede che gli investimenti reggeranno. Nel 2025 la crescita è destinata a stabilizzarsi e l’inflazione a scendere fino a livelli prossimi al livello del 2%, obiettivo indicato dalla Bce. Non ultimo: Le tensioni geopolitiche, un clima sempre più instabile e una serie di elezioni cruciali in tutto il mondo quest’anno sono tutti fattori che aumentano l’incertezza».
La buona notizia, in queste previsioni economiche non proprio esaltanti, arriva dalla curva dell’inflazione. Per l’eurozona la Commissione europea la taglia per il 2024: è ora attesa al 2,7 per cento, e non più al 3,2 per cento come previsto nelle ultime previsioni economiche di novembre. Resta invece invariata al 2,2 per cento per il 2025. Merito di un percorso già iniziati nei mesi scorsi. «I prezzi più bassi delle materie prime energetiche e la dinamica economica più debole hanno portato l’inflazione su un percorso discendente più ripido di quanto previsto», si legge nel documento della Commissione Ue.
Per l’Italia è attesa al 2% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Per l’Ue è vista al 3% nel 2024 e al 2,5% nel 2025.
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