
Servono ancora prove sull’andamento dell’inflazione
Ottimismo e cautela sull’andamento dell’inflazione. Ottimismo sul fatto che le mosse politiche della Fed siano riuscite a ridurre il tasso di inflazione, che a metà del 2022 ha raggiunto il livello più alto in oltre 40 anni. Cautela i perché i funzionari hanno sottolineato di voler avere tra le mani una quantità maggiore di elementi favorevoli prima di iniziare ad allentare la politica finora applicata. Questo il primo giudizio espresso dai funzionari della Federal Reserve nell’ultima riunione della banca centrale.
Durante la stessa riunione, la maggior parte dei membri ha anche sottolineato l’intenzione di non avere fretta di cambiare i tassi di interesse, di lasciare invariato l’attuale livello specificando che nessun taglio sarebbe arrivato fino a quando il Federal Open Market Committee, che fissa i tassi, non avesse avuto “maggiore fiducia” sul fatto che l’inflazione si stava ritirando.
«Nel discutere le prospettive politiche, i partecipanti hanno ritenuto che il tasso ufficiale fosse probabilmente al suo massimo per questo ciclo di inasprimento», si legge nei verbali. Ma la maggior parte dei partecipanti «non si aspettavano che sarebbe stato appropriato ridurre l’intervallo obiettivo per il tasso dei fondi federali finché non avessero acquisito maggiore fiducia che l’inflazione si stava spostando in modo sostenibile verso il 2%». I funzionari «rimangono preoccupati che l’elevata inflazione continui a danneggiare le famiglie, soprattutto quelle con mezzi limitati per assorbire l’aumento dei prezzi», si legge nel verbale. «Sebbene i dati sull’inflazione avessero indicato una significativa disinflazione nella seconda metà dello scorso anno, i partecipanti hanno osservato che avrebbero valutato attentamente i dati in arrivo per giudicare se l’inflazione si stava riducendo in modo sostenibile verso il 2%».
FITO: EPA/JIM LO SCALZO