Arriva il no di Lindner. Francia e Germania divise su vigilanza, prodotti di risparmio e garanzie solo in un ristretto gruppo di Paesi
Completare l’Unione del mercato dei capitali con chi ci sta. E’ la proposta che ha messo sul piatto all’Ecofin-Eurogruppo di Gent, nelle Fiandre orientali, il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire. E che segna già una frattura con l’altra superpotenza dell’area, la Germania, visto che l’omologo Christian Lindner dice che bisogna andare avanti, spediti sì, ma con tutti i 27 a bordo.
Bruno Le Maire chiede ai governi che ci stanno di prendere il coraggio a due mani e mettersi d’accordo per procedere a una maggiore integrazione da soli “su base volontaria” per uscire dalla lunga stagione dei traccheggiamenti. Ciò comporterebbe una vigilanza europea volontaria che potrebbe essere esercitata dall’autorità Ue dei mercati finanziari, la prospettiva di lanciare un prodotto di risparmio europeo volontario e la cartolarizzazione volontaria comune per mobilitare gli enormi risparmi disponibili per l’investimento.
«L’appello a Gand che lancio questa mattina – ha detto – è per un’unione dei mercati dei capitali volontaria con gli Stati che lo desiderano, con vigilanza europea volontaria. – Il ministro ha poi proseguito con la proposta di – un prodotto di risparmio europeo volontario e una cartolarizzazione volontaria per gli Stati che lo desiderano e delle banche che lo desiderano, per mobilitare gli enormi risparmi disponibili ad essere investiti. Vedremo quanti Stati potranno unirsi a noi».
«Abbiamo una nuova battaglia decisiva davanti a noi: la crescita. Nessuno può accettare che la crescita europea sia un punto percentuale sotto la crescita americana. La crescita europea è incatenata, e la responsabilità dei ministri delle Finanze è quella di liberarla dalle sue catene, – ha osservato Le Maire. Secondo il ministro francese, la prima di queste catene è il denaro dei risparmiatori inutilizzato – Non c’è abbastanza denaro disponibile. Il denaro degli europei dorme invece di lavorare. E se vogliamo che lavori invece di dormire, bisogna predisporre l’Unione dei mercati dei capitali senza ritardo: già dal 2O24 dovranno esserci dei progressi verso la sua attuazione. Il risparmio europeo – ha rilevato – vale 35.000 miliardi di euro. E un terzo di questo risparmio, più di 10.000 miliardi, dorme nei conti bancari. Il denaro degli europei non deve dormire, deve lavorare: per la crescita, per l’innovazione, per la ricerca, per le imprese, per l’occupazione. Vediamo chiaramente quanto le esigenze di investimento siano considerevoli. Non c’è più denaro pubblico”, e quindi “ci devono essere investimenti privati, per finanziare l’intelligenza artificiale, per finanziare la transizione climatica che richiede decine di miliardi di euro di investimenti ogni anno. E’ ora di andare avanti, è ora di decidere. E’ giunto il momento di istituire questa Unione dei mercati dei capitali per finanziare gli investimenti colossali di cui avremo bisogno negli anni a venire».
Ma la proposta non ha strada lunga considerata l’opposizione di Berlino. Diversa, infatti la posizione di Christian Lindner che si è dichiarato «a favore dell’unione dei mercati dei capitali non a più velocità ma ad altissima velocità verso la quale procedere rapidamente con tutti i 27: l’obiettivo deve essere stare insieme».
Cautela anche per il commissario Paolo Gentiloni che va coi piedi di piombo: «Condivido sempre completamente l’ambizione perché questi sono tempi in cui essere ambiziosi non è una scelta: è inevitabile. Ma ovviamente dobbiamo anche lavorare per trovare un accordo sull’Unione dei mercati dei capitali sotto la guida di Donohoe in questi mesi. Penso che sia molto importante cercare di essere allo stesso tempo ambiziosi e trovare un accordo comune».
La seconda proposta concreta di Le Maire è quella «di istituire un prodotto di risparmio europeo con gli Stati che lo desiderano. Lanciamo nel 2024 un titolo di risparmio europeo, di cui definiremo le caratteristiche e il rendimento con gli Stati volontari che lo desiderano».
La terza proposta, infine, è «di predisporre una garanzia per la cartolarizzazione in modo che i titoli smettano di pesare sui bilanci delle banche e che le banche possano quindi prestare di più ai privati; e prestare di più alle imprese».
Nonostante lo sforzo regolamentare i mercati dei capitali non sono ancora pienamente integrati e la Ue è in notevole ritardo rispetto a Usa e Regno Unito per livello di competitività relativamente all’accesso ai finanziamenti da parte delle imprese e alla liquidità del mercato.
Al tavolo dei ministri finanziari europei è presente anche la prospettiva di un eurobond per la Difesa. Siamo solo alle prime mosse e già ci sono degli importanti distinguo: «Al momento abbiamo il Next Generation Eu, finanziato dal debito comune. Questo è tutto ciò su cui c’è un accordo politico e penso che al momento e a livello nazionale il modo in cui continueranno a esser sostenuti gli investimenti nella difesa», ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.
Attese le parole di Mario Draghi nella giornata di domani per un confronto sulla competitività europea.
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