Salgono a due gli indagati dalla Procura di Taranto per l’inquinamento ambientale prodotto dall’ex Ilva relativo ai livelli di benzene e per la rimozione di cautele contro gli infortuni.
Dopo l’ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli nell’indagine ribattezzata Emergenza benzene a Taranto, finisce sotto inchiesta anche il direttore di allora dello stabilimento Alessandro Labile. Quest’ultimo ha ricoperto il ruolo dirigenziale dall’agosto 2022 a maggio 2023. L’indagine, avviata nel 2022 dopo gli esposti degli ambientalisti, riguarda il periodo compreso dal 2018 ad oggi.
Le accuse di inquinamento ambientale e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro sono messe nero su bianco nell’avviso di proroga delle indagini preliminari a firma del gip Francesco Maccagnano,sulla scorta di quelle dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, coordinati dai pubblici ministeri Francesco Ciardo e Mariano Buccoliero, quest’ultimo già rappresentante dell’accusa nel maxiprocesso Ambiente svenduto.
La notizia è apparsa per la prima volta pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno questa mattina.
Secondo quanto riferito dal quotidiano, a Morselli è stato notificato alcune settimane fa un avviso di proroga delle indagini firmato dal gip Francesco Maccagnano. Morselli non è più amministratore delegato dell’ex Ilva dallo scorso febbraio, dopo il commissariamento dello stabilimento da parte del governo.