Il dado è tratto, la data limite per adeguarsi è fissata tra un mese e mezzo. Piccola rivoluzione sul sito di case vacanze più famoso al mondo. Airbnb ha annunciato che saranno vietate le telecamere di sicurezza all’interno delle residenze per motivi di privacy a livello globale. Lo riportano in queste ore molti media americani e la conferma arriva anche dal sito dell’azienda.
Molti utenti non ne avevano la più pallida idea dell’utilizzo di telecamere per la sicurezza all’interno delle case o stanze in affitto, e sono rimasti sorpresi. Se ve lo state chiedendo se davvero sia possibile? La risposta è sì: la piattaforma consentiva l’uso di telecamere di sicurezza nelle aree comuni, come corridoi e ingressi, se chiaramente visibili e dichiarate negli annunci. E’ sempre stato severamente proibito l’utilizzo di telecamere di sorveglianza nascoste. Non sarà consentito installare telecamere di sorveglianza e dispositivi di registrazione all’interno dell’alloggio corridoi, camere da letto, bagni, soggiorni o dependance, neanche se tenuti spenti.
Questo ha creato non pochi problemi, soprattutto ultimamente numerosi utenti di Airbnb si sono lamentati sui social media di averle trovate nascoste negli alloggi, alcune in aree in cui è prevista la privacy. Sarà, invece, consentito l’uso di telecamere nei citofoni e il monitoraggio dei decibel per garantire la sicurezza e rilevare feste non autorizzate.
Il nuovo divieto entrerà in vigore il 30 aprile 2024 e includerà tutti i tipi di telecamere, indipendentemente che siano spente o meno. Gli host di Airbnb sono tenuti a specificare anche se dispongono di telecamere esterne alle abitazioni e dove si trovano le telecamere, e lo devono mettere nero su bianco nell’annuncio, con frasi tipo “C’è una telecamera nel cortile anteriore“, “Il patio è monitorato da una telecamera“, “L’area della piscina è videosorvegliata“.
Gli host di Airbnb non hanno invece l’obbligo di comunicare la presenza di telecamere di sorveglianza e dispositivi di registrazione che non sono sotto il loro controllo, come ad esempio quelli installati nelle hall dei condomini, ma sono invitati comunque a farlo.
Ci sono migliaia di host in Italia. Oltre tre quarti di loro hanno solamente un annuncio. L’host tipico «ha guadagnato l’anno scorso poco più di 3,500 euro – ha fatto sapere di recente Airbnb – circa un due terzi 59% ha dichiarato che i proventi realizzati ospitando gli consente di arrivare a fine mese. Il 15% afferma di lavorare nella sanità, l’educazione o la pubblica amministrazione. La gran parte degli host su Airbnb in Italia sono persone comuni che si affidano alla piattaforma per integrare il proprio reddito familiare».