Sono passati pochi istanti dal lancio che il razzo è esploso, doveva diventare il primo del settore privato giapponese a mandare in orbita un satellite. Kairos, questo il nome del razzo vettore, come si vede nelle immagini che sono state trasmesse in diretta dall’emittente pubblica giapponese Nhk, è decollato dalla prefettura di Wakayama, nel Giappone centrale, una zona montuosa piena di alberi, ma è esploso a mezz’aria pochi secondi dopo. Un enorme pennacchio di fumo ha inghiottito l’area e in alcuni punti si sono sprigionate delle fiamme.
Kairos, lungo 18 metri, doveva segnare l’affermazione della start-up Space One come prima azienda privata giapponese a mettere in orbita un satellite e a operare nel settore dei lanci spaziali commerciali. Polizia e vigili del fuoco sono intervenuti sul luogo dell’incidente, che non avrebbe provocato vittime. Il razzo, esplodendo, si è trasformato in una palla di fuoco, generando un’enorme coltre di fumo nero che si è propagata intorno al sito, con la caduta dei detriti ancora in fiamme sulle pendici delle montagne circostanti. In un comunicato Space One ha dichiarato che “i dettagli sul malfunzionamento sono ancora in fase di indagine“.
Il fallimento segna una battuta d’arresto per il Paese del Sol Levante, fortemente impegnato sul mercato considerato remunerativo dei lanci di satelliti. Space One è stata fondata nel 2018 da un team che comprende importanti aziende tecnologiche nipponiche. A luglio un altro razzo giapponese, L’Epsilon S, è esploso durante un test, circa 50 secondi dopo l’accensione dei motori nella prefettura settentrionale di Akita. Anche in quel caso il malfunzionamento è avvenuto dopo che, nel marzo 2023, Tokyo aveva visto fallire il secondo tentativo di lanciare un razzo di nuova generazione.
A gennaio, tuttavia, l’agenzia spaziale giapponese Jaxa ha brindato al successo del lancio del nuovo razzo di punta, l’H3, dal centro spaziale di Tanegashima, dopo anni di ritardi e due tentativi falliti. L’operazione ha fatto seguito al successo della missione di atterraggio di una sonda senza equipaggio sulla Luna, sempre in gennaio, che ha fatto entrare il Giappone nel gruppo ristretto dei 5 Paesi al mondo che sono riusciti ad atterrare con successo sulla superficie lunare, dopo Russia, Stati Uniti, Cina e India.