Dopo settimane di incertezza, le nuove norme Ue sulle catene di approvvigionamento sostenibili sembrano destinate a diventare legge.
Gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue danno il via libera alla direttiva europea sulla due diligence per la sostenibilità delle aziende. Ad annunciarlo su X la presidenza belga dell’Ue.
Gli Stati membri dell’Unione europea hanno votato a favore di una nuova direttiva storica che impone alle aziende di controllare le catene di fornitura per verificare la presenza di pratiche ambientali e lavorative scorrette.
E’ stato confermato l’accordo raggiunto con l’Eurocamera a metà dicembre, modificato nei giorni scorsi dalla presidenza belga dell’Ue, portando tra le altre cose da 150 a 450 milioni di euro la soglia di fatturato sopra la quale un’azienda ricadrà nel campo di applicazione della normativa.
Ora le misure sembrano destinate a diventare legge, dopo che l’Italia ha approvato una versione ridotta della legislazione durante una riunione periodica dei diplomatici a Bruxelles. Attivisti sociali e ambientalisti come Oxfam e Amnesty International sostengono che le norme impediranno alle aziende di trarre profitto dalla sofferenza umana.
La Commissione europea ha dichiarato che eviterà alle aziende di doversi destreggiare tra molteplici norme nazionali, potenzialmente incompatibili, all’interno del mercato unico del blocco.
Il Belgio, che presiede il Consiglio dell’Ue che rappresenta gli Stati membri, ha lavorato nelle ultime settimane per placare le preoccupazioni nazionali sull’eccessiva burocrazia, triplicando una soglia in modo che le regole si applichino solo alle aziende con un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro nel suo ultimo tentativo di superare un’impasse.
L’ultima bozza ha eliminato le disposizioni sulla responsabilità civile che consentirebbero ai sindacati di citare in giudizio le imprese non conformi, una misura controversa a cui si sono opposti paesi come la Finlandia.
Le norme devono ancora essere votate dagli eurodeputati e aprile è l’ultima occasione per farlo in vista delle elezioni di giugno. L’approvazione del Consiglio è una «vittoria nella lotta per rendere le aziende responsabili nei confronti delle persone e dell’ambiente – ha dichiarato in un comunicato la negoziatrice parlamentare Lara Wolters dei Paesi Bassi, Socialisti e Democratici – E’ giunto il momento di fare un grande passo verso un’economia più equa del futuro».
Ma altri sono meno convinti, anche nel più grande gruppo politico del Parlamento.