Risultano in crescita i prezzi import-export statunitensi a febbraio, almeno a livello congiunturale. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Labour Statistics americano i primi hanno segnato una variazione positiva dello +0,3% su mese, esattamente come da attese, dopo il +0,8% di gennaio. Su anno si evidenzia invece un -0,8%. Al netto delle importazioni di petrolio i prezzi hanno registrato una variazione del +0,2%.
I prezzi export hanno riportato un incremento dello 0,8%, leggermente meno del +0,9% del mese precedente e contro il +0,2% del consensus, mentre su anno il decremento è maggiore dell’1,8%. Al netto dei prodotti agricoli i prezzi alle esportazioni su mese registrano un +0,8% su mese.
Crolla a marzo l’indice manifatturiero Empire State di New York che misura le condizioni del settore manifatturiero nel distretto della Grande Mela. L’indicatore si è portato a -20,9 punti dai -2,4 punti di febbraio. Il dato è peggiore delle stime degli analisti che erano per un peggioramento fino a -7 punti.
Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini è diminuita a -17,2 punti (da -6,3) mentre quella sulle consegne scende di 9,7 punti e si attesta a -6,9 punti. Quella sulle scorte scende di 3,3 punti e si porta a -12,9 punti.
Si ricorda che un livello del dato superiore/inferiore allo 0 indica che la maggior parte delle compagnie riportano miglioramenti/peggioramenti delle condizioni.