Sono saliti a 64 euro annui per abitante nel 2022 in Italia gli investimenti realizzati nel settore idrico, con un aumento del 94% rispetto al 2012, l’anno di avvio della regolazione Arera.
Valori che si avvicinano progressivamente, restando tuttavia distanti, alla media europea degli ultimi cinque anni, pari a 82 euro per abitante.
La filiera idrica estesa genera valore per 367,5 miliardi di euro, pari al 19% dell’intero Pil nazionale, un valore in crescita dell’8,7% rispetto al 2021. Sono alcuni dati del Blue Book 2024 promosso da Utilitalia e realizzato dalla Fondazione Utilitatis sul servizio idrico integrato, e del Libro Bianco 2024 Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti, relativi alla filiera estesa dell’acqua resi noti alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua che ricorre domani.
Come emerge dal Blue Book, realizzato in collaborazione con Istat, Enea, Anbi e le sette Autorità di Bacino dei Distretti Idrografici: «permane un profondo divario in capacità di investimento tra le gestioni industriali e quelle comunali in economia, diffuse soprattutto nel Meridione: qui gli investimenti medi si sono attestati su 11 euro per abitante; dei 1.465 Comuni in cui la gestione di almeno uno dei servizi è in economia, l’80% si trova al Sud per una popolazione interessata pari a circa 7,6 milioni di persone».
Secondo gli ultimi dati del Libro Bianco 2024, oltre 341 miliardi di euro un +9,1% sul 2021, sono impattati direttamente dall’acqua nei settori agricolo, industriale ed energetico.
In occasione della giornata mondiale dell’acqua che si celebra domani 22 marzo, giornata istituita dalle Nazioni Unite nel nel 1992, prevista all’interno delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio, si parla tanto di spreco e di tariffe dell’acqua.
Negli ultimi anni si è assistito a una crescita delle tariffe del servizio idrico di circa il 5% annuo, anche se quelle italiane rimangono tra le più basse d’Europa. Il valore degli investimenti sostenuti dalla tariffa è aumentato fino a circa 4 miliardi l’anno.
Le perdite sono ancora elevate e mediamente pari a circa il 42% dell’acqua immessa in rete. E’ quanto emerge sempre dal Blue Book 2024 promosso da Utilitalia, dati presentati alla viglia della Giornata mondiale dell’acqua.
«Il Pnrr sta dando un impulso significativo, grazie anche alle risorse aggiuntive derivanti dalla recente rimodulazione del Piano, che ha permesso di stanziare circa unmiliardo di euro in più per la riduzione delle perdite. Il fabbisogno di settore è stimato in almeno 6 miliardi l’anno: serviranno dunque risorse aggiuntive pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno fino al 2026, e pari ad almeno 2 miliardi di euro l’anno dopo la chiusura del Pnrr, per innalzare l’indice di investimento annuo e raggiungere i 100 euro per abitante, avvicinandosi così alla media di altri Paesi europei di dimensione simile all’Italia».