Diventa più restrittiva la politica monetaria in Turchia. La Banca centrale ha alzato il suo tasso d’interesse di riferimento, il tasso repo a una settimana, dal 45% al 50%, citando la continua necessità di contrastare la crescita dell’inflazione nel Paese. A febbraio i prezzi al consumo sono infatti saliti al 67%. «La rigidità dell’inflazione dei servizi, delle aspettative di inflazione, dei rischi geopolitici e dei prezzi dei prodotti alimentari mantengono vive le pressioni inflazionistiche. Il Comitato monitora attentamente l’allineamento delle aspettative di inflazione e del comportamento dei prezzi con le proiezioni, nonché l’impatto degli aumenti salariali sull’inflazione», si legge in una nota.
Il Comitato di politica monetaria ha chiarito che non esiterà a compiere ulteriori aumenti, se necessari per mantenere in linea gli obiettivi di inflazione. «In risposta al peggioramento delle prospettive di inflazione, il Comitato ha deciso di aumentare il tasso di riferimento. La stretta politica monetaria sarà mantenuta fino a quando non si osserverà un calo significativo e duraturo della tendenza di fondo dell’inflazione mensile e le aspettative di inflazione convergeranno verso l’intervallo di previsione previsto. L’orientamento della politica monetaria sarà inasprito nel caso in cui si preveda un deterioramento significativo e persistente dell’inflazione», si legge in una nota.
Tutto questo dopo che a febbraio la Banca ha lasciato i tassi fermi, la prima volta dopo 8 mesi di rialzi. La mossa era ampiamente attesa poiché aveva indicato a gennaio che il suo aumento di 250 punti base sarebbe stato l’ultimo dell’anno. Cosa che poi si è rivelata fasulla visti i rialzi di oggi.