Baidu, il Google cinese, alimenterà in Cina gli iPhone 16 e il sistema operativo iOs 18 di Apple con i modelli di intelligenza artificiale generativa di ErnieBot «per risolvere i problemi di conformità legale». Lo riporta Cailian Press, piattaforma affiliata al Securities Times, secondo cui la società Usa si era avvicinata anche ad Alibaba, decidendo poi «di scegliere Baidu».
I titoli della compagnia hi-tech cinese balzano di oltre il 5% alla Borsa di Hong Kong. Il numero uno di Apple Tim Cook ha detto ieri, a margine del China Development Forum di Pechino, che il gruppo continuerà ad aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo in Cina.
Apple ce la sta mettendo tutta, spinge sul mercato mandarino per recuperare il gap di vendite di iPhone in mezzo alla feroce concorrenza delle rivali locali su tutte Huawei, scorsa settimana ha aperto un altro store a Shanghai alla presenza del Ceo Tim Cook. Tanto l’interesse, folla all’entrata e ora con la vendita del nuovo iPhone 16, il colosso di Cupertino può testare ancora il Paese del Dragone per prendere ulteriori contromisure.
La società statunitense ha cercato l’accordo con un partner locale perché le autorità di regolamentazione devono controllare tutti i modelli di intelligenza artificiale, ha aggiunto il giornale.
Baidu è considerato uno dei leader nell’intelligenza artificiale in Cina, dove startup e giganti della tecnologia stanno investendo miliardi nello sviluppo di una risposta a ChatGPT di OpenAI, che per motivi regolamentari non è disponibile in Cina.
Il ceo di Apple, Tim Cook, ha affermato che «l’intelligenza artificiale è uno strumento essenziale per aiutare le aziende a ridurre la propria impronta di carbonio», partecipando domenica al dialogo sul cambiamento climatico al China Development Forum.
Cook ha spiegato che «l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare le aziende a calcolare l’impronta di carbonio di una singola persona, identificare i materiali disponibili per il recupero e offrire strategie per il riciclaggio. Apple ha fissato alcuni degli obiettivi più ambiziosi tra i concorrenti per ridurre la propria impronta, con Apple Watch pubblicizzato come il primo prodotto a zero emissioni».