Secondo quanto dichiarato dal vice primo ministro britannico Oliver Dowden ci sarebbe Pechino dietro una “campagna informatica dannosa”. «Posso confermare – ha dichiarato in un discorso al Parlamento – che attori affiliati allo stato cinese sono stati responsabili di due campagne informatiche dannose contro le nostre istituzioni democratiche e i nostri parlamentari».
Accuse alle quali ha risposto un portavoce dell’ambasciata cinese nel Regno Unito secondo cui le accuse sono “calunnie completamente inventate e dannose”.
Alle parole del vice primo ministro inglese si sono aggiunte anche le dichiarazioni del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che condividono la teoria di attacchi contro aziende, funzionari governativi e politici statunitensi sostenuti dallo stato cinese.
Il riferimento sarebbe ad una serie di attacchi informatici alla Commissione elettorale.
Parallelamente anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato hacker cinesi per le campagne informatiche contro aziende, funzionari governativi e politici statunitensi perpetrate per circa 14 anni. «Il Dipartimento di Giustizia non tollererà azioni del governo cinese volte a intimidire gli americani che servono il pubblico, a mettere a tacere i dissidenti protetti dalle leggi americane o a derubare le imprese americane» a dichiararlo il procuratore generale Merrick B. Garland.