Durante la conferenza sulla politica monetaria e sulla macroeconomica organizzata dalla Fed di San Francisco, Jerome Powell, numero uno della banca centrale USA, ha dichiarato che «La nostra attesa è che l’inflazione, nonostante qualche incidente di percorso, scenda al nostro obiettivo del 2% ma se questo non dovesse succedere il nostro percorso sui tassi sarà differente e potremmo mantenerli sui livelli attuali più a lungo». Pur restando sempre i dati macro economici a “determinare la soglia appropriata”, Powell ha aggiunto di ritenere che i tassi resteranno comunque più alti rispetto ai livelli prepandemici.
«Il mio primo pensiero al rapporto di oggi sull’inflazione Pce, che è salita del 2,5% su base annua per l’indice headline e del 2,8% per quella core, è che come ci aspettavamo ed è bello vedere qualcosa in linea con le nostre attese ma per tagliare i tassi ci servono altri buoni dati come quelli che abbiamo avuto nella seconda metà dell’anno scorso».
Come detto da altri suoi colleghi in passato, il rischio da evitare è quello di tagliare il costo del denaro troppo presto, rischiando un ritorno dell’inflazione, o troppo tardi a tutto danno per l’economia. «A gennaio abbiamo avuto un dato decisamente superiore e ora quello di febbraio è in linea con le attese. Bene ma vogliamo vedere altri dati prima di cambiare la direzione della politica monetaria». «L’economia è forte e il mercato del lavoro solido con un basso tasso di disoccupazione. Per questo ritengo che non ci sia ragione di pensare che ci possa essere una recessione in questo momento». Powell ha anche aggiunto che il lavoro della banca centrale non è ancora finito considerato che il target di inflazione è il 2%.