Una nuova idea balza alla mente del premier tailandese, l’economia non va serve un sostegno e allora il governo della Thailandia valuta la possibilità di presentare al parlamento un disegno di legge sulla legalizzazione dei casinò, al fine di generare posti di lavoro e entrate per lo Stato.
A dichiararlo è il primo ministro Srettha Thavisin, aggiungendo che l’iniziativa contribuirebbe anche al Paese a creare progetti di intrattenimento.
Ad oggi i casinò sono illegali in Thailandia, e le uniche forme di gioco d’azzardo consentite sono le scommesse sulle corse ippiche e il calcio e la lotteria, tutte gestite dallo Stato. In uno studio presentato nella serata di ieri al parlamento, il governo thailandese ha però annunciato di aver preso in considerazione la legalizzazione dei casinò come strumento di attrazione di investimenti e turismo nel Paese.
Il governo ha, inoltre, annunciato anche la concessione di esenzioni fiscali agli organizzatori di grandi concerti, eventi sportivi e festival di livello mondiale, con l’obiettivo di attrarli nel paese asiatico e di consolidarne la posizione come centro turistico regionale.
La Commissione per gli investimenti della Thailandia esenterà da tasse e tariffe sugli apparecchi e faciliterà le procedure d’ingresso del personale straniero per gli organizzatori di eventi che richiedano un investimento di almeno 100 milioni di baht (2,74 milioni di dollari).
Il Senato della Thailandia ha approvato questa settimana un bilancio da 3.480 miliardi di baht pari a circa 95,7 miliardi di dollari, per l’anno fiscale 2024, con l’obiettivo di rilanciare la crescita della seconda economia del Sud-est asiatico. Il bilancio per l’anno fiscale che si concluderà a settembre doveva essere approvato il primo ottobre scorso, ma l’iter ha risentito della lunga fase di stallo politico seguita alle elezioni dello scorso maggio. Il bilancio punta a un aumento della spesa del 9,3 per cento annuo e contemporaneamente a una riduzione del deficit di bilancio dello 0,3 per cento a 693 miliardi di baht.
L’economia del Paese versa in una situazione critica e necessita di misure di stimolo tese a contenere il debito delle famiglie, rafforzare ulteriormente il settore turistico e attrarre investimenti esteri. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi Prommin Lertsuridej, capo del personale del primo ministro Srettha Thavisin.
«I dati mostrano che non siamo in buone condizioni – ha dichiarato il funzionario – il governo sta cercando di rilanciare l’economia e di fare del paese un centro regionale per settori come la mobilità elettrica, l’aviazione, la finanza e l’economia digitale, oltre al turismo e al benessere. Stiamo facendo tutto il possibile», ha commentato Prominn, riferendosi a misure come l’esenzione dai visti per i visitatori da Paesi come la Cina e le politiche di contenimento del debito delle famiglie, che ammonta al 91 per cento del Pil nazionale.
Nelle ultime settimane il primo ministro della Thailandia ha più volte affermato che continuerà a sollecitare la banca centrale a tagliare i tassi di riferimento, e ha annunciato di voler incontrare nuovamente il governatore della banca per discutere la questione.
Secondo Srettha, ci sono i margini per una riduzione del tasso di riferimento, che attualmente è al 2,5 per cento, i massimi da 10 anni per il Paese dell’Asia sud-orientale, e che secondo il capo del governo sta danneggiando i consumatori e rischia di aumentare ulteriormente l’elevato livello di indebitamento delle famiglie.
«Con il 2,5 per cento, c’è margine a sufficienza per qualsiasi crisi – ha sostenuto il premier, secondo cui – un taglio di 25 punti base lo 0,25% non sarebbe un problema per la banca centrale».
Srettha ha chiesto alla banca centrale di tagliare i tassi prima dell’incontro di politica monetaria in programma il 10 aprile, sostenendo che l’economia thailandese si trovi in una congiuntura critica. Il primo ministro, che ha assunto anche la delega a ministro delle Finanze, si scontra già da mesi con la Banca di Thailandia in merito alla direzione della politica monetaria nazionale.
Thavisin sostiene che l’economia del Paese sia in crisi, e sottolinea che il debito delle famiglie si aggira attorno al 90 per cento del Pil. La banca centrale, però, esprime un parere differente: il direttore Sethaput Suthiwartnarueput ha negato che l’economia thailandese sia in crisi, e ha assicurato che la banca centrale non è dogmatica nelle valutazioni riguardanti i tassi di interesse.