Nel quarto giorno di ricerche nella centrale idroelettrica di Bargi è stato trovato il corpo senza vita dell’ultima persona dispersa: non è stato ancora ufficialmente identificato, ma mancava all’appello il 68enne napoletano Vincenzo Garzillo
La salma non è stata ancora ufficialmente identificata. Ma all’appello mancava il 68enne napoletano. Il bilancio ora è di sette morti.
Mentre in queste ore si stanno ultimando le ricerche di tutti i lavoratori dispersi la procura di Bologna ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo e ora punta a fare luce sulla catena dei subappalti. Ieri, in seguito ai tragici fatti di Suviana, migliaia di persone in Emilia-Romagna sono scese in piazza per lo sciopero generale nazionale promosso da Cgil e Uil: la protesta è stata di otto ore e non di quattro.
Il Capo Vigili del Fuoco intervenuto nel punto stampa per gli ultimi aggiornamenti ha ribadito la chiusura delle ricerche, con l’ultimo corpo ritrovato questa mattina. Ancora una volta ha sottolineato come sia stato complicato l’intervento di ritrovamento e recupero delle vittime fin da subito per le condizioni assolutamente proibitive.
«L’esempio del palazzo crollato sotto acqua rende bene l’idea. Siamo intervenuti in massa con circa 100 uomini, una situazione difficile soprattutto per gli spazi così ristretti – ha aggiunto il capo dei vigili del fuoco – le squadre di uomini impiegati sono altamente specializzate, a tal punto che in Turchia sono state chiamate per interventi post terremoto».
Anche il capo dei sommozzatori dei vigili del fuoco Petrone ha ribadito, la difficoltà delle condizioni di lavoro: «lo scenario era fortemente compromesso, si è trattato di un crollo seguito a uno scoppio in piani interrati di 10 piani – ha spiegato il capo sommozzatori – Siamo personale altamente addestrato ma è stato difficilissimo intervenire. Abbiamo cercato di creare prima di tutto le condizioni di sicurezza per le ricerche, la messa in sicurezza per gli operatori rispettando la priorità assoluta del recupero delle persone. L’attività di recupero, che si chiude oggi ci ha impegnato per molti giorni, dove abbiamo messo in campo almeno 100 sommozzatori che si sono alternati per tutto l’arco della giornata».
«Le vittime erano tutte al nono piano non molto distanti l’una dall’altra. Le prime forse proiettate lì dall’esplosione mentre gli ultimi due corpi ritrovati erano nelle loro postazioni di lavoro. Per quelle vittime ritrovate presso le vie di fuga sempre al nono piano è da accertare se si trovassero lì perché proiettati dall’esplosione o perché erano scesi dall’ottavo piano dove lavoravano per motivi di lavoro», ha concluso Petrone il capo della squadra sommozzatori dei Vigili del fuoco intervenuta a Bargi.