Annapaola Venezia è il nuovo segretario generale della Fondazione Crt. Come preannunciato da milanofinanza.it, niente da fare per Andrea Varese revocato venerdì 19 aprile dal consiglio di amministrazione: il braccio destro di Fabrizio Palenzona non era più reintegrabile perché sfiduciato dalla maggioranza del CdA, 4 i voti favorevoli: Davide Canavesio, Caterina Bima, Antonello Monti, Anna Maria Di Mascio.
Al termine di una lunga riunione durata oltre quattro ore il board ha affidato all’unanimità l’interim alla Venezia, già vicesegretario generale. Lo ha fatto sapere la stessa fondazione torinese con una nota scarna che non ha lasciato trapelare altri dettagli, mentre pare che la crisi che ha messo in minoranza nel board la presidenza non sia rientrata. Anche perché non sono arrivate le altre nomine.
Il CdA riunitosi lo scorso fine settimana non aveva deliberato sulle nomine delle partecipate dipendenti dalla fondazione torinese: Ogr, Ream e Equiter, delibere che non sono arrivate neanche nella serata di ieri.
Il casus belli della scorsa settimana era stata la decisione di Varese di comunicare al ministero dell’Economia, cui spetta la vigilanza sulle fondazioni di origine bancaria, l’esistenza di un accordo fra alcuni membri del consiglio d’indirizzo, una sorta di supervisory board, mutuando il termine da una governance duale per una spa, formato dai 22 rappresentanti degli enti locali, grandi elettori della fondazione, per orientare le strategie di Crt. Un patto occulto che una settimana prima Varese aveva portato in consiglio costringendo poi alle dimissioni uno dei promotori. Oltre all’indicare le linee programmatiche dell’ente, al consiglio di indirizzo spetta la nomina del presidente della fondazione e dei membri del CdA.
Già venerdì quattro consiglieri su sette avevano chiesto la revoca del suo mandato. Varese, segretario generale da luglio 2023, ex manager UniCredit voluto dal presidente Fabrizio Palenzona, è stato contestato dal consiglio di amministrazione per avere segnalato all’autorità di vigilanza del Mef, senza prima informarlo, l’esistenza di un patto occulto all’interno della fondazione per decidere e orientare le nomine. Non è però l’unica critica che i consiglieri fanno al nuovo vertice, accusato di essere estraneo alle dinamiche cittadine: nel mirino ci sono, in particolare, alcuni investimenti non condivisi come quello nelle vigne alessandrine.
Rinviata, quindi, per ora, la scelta del successore di Varese.