«Disoccupazione ai minimi storici, inferiore al 6%, l’occupazione ai massimi storici, oltre il 75%, e l’inflazione è ormai vicina al nostro obiettivo del 2%». Questo è quanto ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante l’ultima Plenaria del parlamento europeo prima delle elezioni, aggiungendo «Non ho dimenticato che nel 2020 molti prevedevano una disoccupazione di massa in Europa e una lunga recessione. Non è successo. Al contrario, oggi abbiamo più persone al lavoro che in qualsiasi altro momento della storia europea. Tuttavia, le onde d’urto di queste crisi hanno avuto ripercussioni sulla competitività dell’Europa. Il modello di business di molte industrie europee si basava sull’energia a basso costo proveniente dalla Russia e sul commercio con una Cina in crescita. Oggi ci troviamo di fronte a una Russia canaglia e a una Cina in difficoltà con la domanda interna».
La von der Leyen ha proseguito evidenziando che «Oltre alla geopolitica, ci sono altre tendenze che influenzano la nostra competitività. Nell’ultimo decennio, la produttività del lavoro in Europa è aumentata solo dello 0,8% all’anno, rispetto all’1,1% degli Stati Uniti. Queste tendenze possono essere affrontate solo con uno sforzo concertato a livello europeo e nazionale. Pertanto, il ripristino del nostro vantaggio competitivo deve essere al centro dell’agenda economica dell’Europa nel 2024 e oltre. Sono assolutamente convinta che, con la spinta necessaria, possiamo dare il via a un nuovo slancio della competitività europea».
Ha parlato, poi, anche dei costi dell’energia che incidono sulla competitività, ha ricordato i molti investimenti fatti soprattutto durante il periodo post pandemico. «Un’altra priorità è affrontare la carenza di manodopera e di competenze che affligge la nostra economia. Dobbiamo formare il maggior numero possibile di giovani disoccupati»