Anglo American boccia l’offerta da 36 miliardi di Bhp e quindi sfuma, al momento, l’idea di creare un colosso nel settore minerario. Il CdA ha rigettato all’unanimità un’offerta che “sottovaluta significativamente Anglo American e le sue future prospettive” e la cui struttura viene ritenuta “decisamente poco attraente” alla luce dell’ “incertezza e della complessità relativa alla proposta e ai significativi rischi di esecuzione“, come si legge in una nota.
«La proposta di Bhp è opportunistica e non valorizza le prospettive di Anglo American, mentre diluisce significativamente il valore relativo della partecipazione degli azionisti di Anglo American rispetto a quelli di Bhp – ha incalzato Stuart Chambers, presidente di Anglo. – La struttura proposta è inoltre molto poco attraente e crea una sostanziale incertezza e un rischio di esecuzione a carico quasi interamente di Anglo American, dei suoi azionisti e degli altri stakeholder».
Secondo un’analisi di Reuters una combinazione delle aziende formerebbe un colosso nell’estrazione del rame e il più grande attore mondiale nel settore, che fornirebbe il 10% della produzione globale. Bhp è interessata a ottenere le attività globali del gruppo nel settore del rame, tra cui le operazioni in Cile e Perù. Anglo American ha infatti un’enorme attività nel settore del rame con sede in Sud America e un obiettivo di produzione per il metallo compreso tra 730.000 e 790.000 tonnellate nel 2024. Ciò si confronta con un obiettivo di produzione di rame compreso tra 1,7 milioni e 1,9 milioni per BHP nello stesso periodo.
Anglo ha consigliato agli azionisti di non intraprendere alcuna azione in relazione alla gigantesca offerta, che ha il potenziale di rimodellare radicalmente il settore.