Dati contrastanti arrivano dal commercio italiano verso i Paesi extra Ue. Su mese a marzo l’Istat rileva un -4,5% sul fronte delle esportazioni, ma un aumento del 3,1% per quanto riguarda l’import. La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta in particolare alla riduzione delle vendite di beni strumentali (-13,8%, condizionate dalle operazioni della cantieristica navale registrate a febbraio); diminuiscono anche le esportazioni di energia (-5,2%) e beni di consumo non durevoli (-1,0%) mentre aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+14,0%) e beni intermedi (+0,6%). Dal lato dell’import, a esclusione di beni strumentali (-1,6%) e energia (-0,4%), si rilevano incrementi congiunturali per tutti i raggruppamenti.
Su anno si registrano invece cali per entrambi i flussi commerciali. L’export crolla del 5,7% dal +2,8% di febbraio, soprattutto per le minori vendite di beni intermedi (-10,2%), beni di consumo non durevoli (-9,8%) e beni strumentali (-6,9%). L’import registra invece una flessione tendenziale del 12,8%, per effetto principalmente dei minori acquisti di energia (-30,3%); contributi negativi importanti derivano anche dai minori acquisti di beni strumentali (-12,3%) e beni intermedi (-7,6%), mentre aumentano quelle di beni di consumo non durevoli (+5,8%). Nel primo trimestre a livello congiunturale l’export diminuisce dello 0,9%, mentre l’import va giù del 6,1%.
Visti i risultati, a marzo il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +5.603 milioni rispetto ai +4.161 milioni del 2023. Tranne che verso Turchia (+33,9%) e paesi OPEC (+5,8%), le esportazioni verso tutti i principali partner extra Ue27 sono in calo su base annua. Le vendite verso la Cina segnano la flessione tendenziale più ampia del 26%.